Lettere

Ecco perché ho detto 'no' al Piano comunale per il diritto allo studio

da Roberto Vitali

Il tema della scuola raramente occupa le prime pagine dei giornali, o meglio se ne sente parlare a proposito di nodi irrisolti come i precari o i concorsi, ma non in luce prospettica e programmatica sulla scuola di domani.

Tra domenica, nell’incontro del Vescovo con i politici, e ieri, nella Commissione Politiche Educative, il tema della scuola è assunto all’ordine del giorno.

Risulta evidente la dicotomia tra il livello politico/filosofico e la pratica amministrativa. Ovvero, a sentire gli intervenuti al centro pastorale domenica mattina, al di la della solita disquisizione lessicale sui termini utilizzati per definire la scuola di stato e non, per tutti risulta cruciale investire nella formazione per disegnare il nostro futuro economico e sociale.

Chiaro, sappiamo che la crisi non è finita, e la linea di gestione del bilancio non può che puntare, giustamente, al taglio dei costi derivanti da sprechi ed inefficienze e sicuramente anche nella scuola si possono trovare. Richiamiamo pure alla responsabilità gli studenti e alla professionalità i docenti, ma intanto si deve anche reinvestire ogni risparmio sulla scuola nella scuola per renderla più funzionale, accogliente, inclusiva.

Nei prossimi anni si dovranno avere risorse aggiuntive da dedicare primariamente nell’istruzione e nella formazione: è un investimento, non una spesa, e serve alle persone e alla nostra comunità.

Ebbene, ho espresso un parere negativo sul Piano annuale comunale per il diritto allo studio 2012/2013, in quanto ritengo sia giunto il momento di dare un segnale in controtendenza. Mi spiego meglio: basta con i risparmi fatti sulle risorse destinate ai servizi alle famiglie. Si devono dare segnali diversi e su questo capitolo di spesa, invece di continuare a tagliare si deve investire quest’anno e  negli anni a venire.

Sono profondamente convinto che il futuro si gioca sui banchi della scuola, non solo per la ricerca, la competizione, i saperi e le sfide tecnologiche, ma soprattutto per ritrovare quel senso di appartenenza, di identità e di bene comune.

Roberto Vitali
Capogruppo UDC in Consiglio Comunale

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