Cronaca

Undici anni fa l'ingresso del vescovo Dante in diocesi

Domenica 4 novembre la Chiesa cremonese ricorda l’undicesimo anniversario dell’ingresso di mons. Dante Lafranconi in diocesi. Come di consueto, secondo le indicazioni del Vescovo, non ci saranno manifestazioni o celebrazioni pubbliche. Mons. Lafranconi è l’84° vescovo della Chiesa cremonese, successore di mons. Giulio Nicolini, deceduto improvvisamente il 19 giugno 2001.

QUEL 4 NOVEMBRE 2001

Mons. Lafranconi decise di iniziare la sua prima giornata in diocesi dal Santuario di S. Maria del Fonte di Caravaggio dove in mattinata celebrò l’Eucaristia attorniato dall’allora rettore, mons. Ziglioli e dai sacerdoti cooperatori. Nel viaggio verso Cremona si fermò al santuario della Misericordia di Castelleone per una breve preghiera, poi, una volta giunto in città, visitò il Seminario dove si intrattenne a pranzo con i superiori e gli studenti. Nel primo pomeriggio, prima di raggiungere la Cattedrale, il presule volle visitare la «Casa della Speranza» da pochi mesi inaugurata dal predecessore mons. Giulio Nicolini. Soffermandosi con gli ospiti il presule volle così sottolineare l’amore della Chiesa verso gli ammalati e i sofferenti.

Alle 15.30 l’arrivo in piazza del Duomo e l’inizio dei riti di ingresso con il saluto dell’autorità e l’entrata in Cattedrale per la Messa solenne di insediamento come 84° pastore della Chiesa cremonese.

Nell’omelia mons. Lafranconi chiese a tutti di «non sentirsi esclusi» dalle sue attenzioni e dalla sua disponibilità. Invitò quindi la Chiesa cremonese a essere caritatevole, solidale, attenta agli ultimi e santa, sull’esempio del patrono sant’Omobono. Un esempio di carità lo diede egli stesso devolvendo ciò che la diocesi gli aveva presentato in dono a tre istituzioni caritative: il Centro di aiuto alla vita, le Cucine benefiche e la Casa famiglia “Sant’Omobono”.

Sempre nell’omelia dell’ingresso mons. Lafranconi si presentò come «custode della dignità della vita e della dignità delle persone», impegnandosi a essere come «il Signore Gesù che cerca con sollecitudine amorosa ogni persona», ma anche come «promotore della comunione nell’unità della fede e nel discernimento dei carismi».

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