Cronaca

Formigoni cade: papabili Pizzul, Albertini e Maroni

Formigoni cade dopo diciassette anni e quattro mandati di governo in Lombardia. “Una giornata storica”, il commento delle opposizioni dopo che 74 consiglieri su 80 hanno depositato le dimissioni al protocollo (Formigoni no), sancendo la fine della legislatura. Ora la campagna per la corsa alle urne e il voto entro la fine di gennaio, anche se non è ancora escluso che per decreto il governo possa decidere di accorpare le consultazioni, come chiesto dai lumbard. Nei due schieramenti c’è già fermento per primarie e candidati, dato che se la data delle elezioni fosse il 27 gennaio entro il 20 dicembre bisognerebbe depositare le liste.
Nel Pdl il rischio spaccatura è forte. L’assessore Stefano Maullu, che non ha presentato le proprie dimissioni, lo ha ripetuto fino alla fine: “Bisogna salvare l’alleanza con la Lega e votare ad aprile”. Critico verso il governatore anche Vittorio Pesato: “Mi sono dimesso non perché me lo ha chiesto Formigoni o il partito, ma per salvaguardare il rapporto con gli elettori”. Fuoco anche dalla Lega con il capogruppo Stefano Galli che a fine seduta si è tolto un sassolino: “Fosse stato più accorto nello scegliere gli assessori, non saremmo a questo punto”. In tutto questo, con esponenti del Pdl che potrebbero lasciare e approdare nel gruppo misto e la tensione con la Lega, il coordinatore lombardo del Pdl Mario Mantovani ha un gran da fare per tenere unito il partito. L’obiettivo è evitare che si creino più gruppi in Consiglio, più liste per le elezioni, e che la Lega non si stacchi dall’alleanza: senza il Carroccio non è così sicuro che il centrodestra possa tornare alla guida della regione.
Per quanto riguarda i nomi, quello più quotato è Gabriele Albertini, 62enne ex sindaco di Milano dal 1997 al 2006. L’ex primo cittadino ha fatto intendere di essere deciso a correre per la poltrona di governatore anche a costo di rompere con il Pdl qualora il partito decidesse di candidare il leghista Roberto Maroni. Attorno ad Albertini si è già raggruppato il gruppo dei moderati: Lombardia per le riforme, Italia Futura di Montezemolo, Fli e un pezzo di Udc. Formigoni, da parte sua, potrebbe costituire una lista civica di appoggio, ammesso che non voglia candidarsi lui stesso alle primarie.
Nel Pd è già corsa all’organizzazione delle primarie. Le ultime notizie: consultazioni infrasettimanali il lunedì e il martedì dopo il ponte di S. Ambrogio con gazebi aperti dalle 16 alle 22. Papabili, su tutti il consigliere regionale Fabio Pizzul, ex presidente di Azione Cattolica e figlio di Bruno il telecronista di ‘Italia 90’ (eletto per la prima volta due anni fa con oltre diecimila voti). Altri nomi, Roberto Biscardini, socialista, Bruno Tabacci, assessore comunale e parlamentare, la ginecologa Alessandra Kustermann, Stefano Zamponi dell’Idv o Giulio Cavalli di Sel. Chiunque sia, la linea chiara è una ed esplicitata dal vicesegretario lombardo Alessandro Alfieri: “Tenere la vicenda regionale al riparo dalle tensioni nazionali tra renziani e bersaniani”.

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