“Codice Ratzinger”: il libro di
Cionci domenica a Castelleone
Domenica 8 dicembre alle 16:30 a Castelleone all’hotel hotel Vecchio Casello si terrà la presentazione del libro bestseller 2022 “Codice Ratzinger”, con conferenza dell’autore Andrea Cionci, vincitore del Premio internazionale Cartagine 2023.
Il Libro riassume l’inchiesta condotta dal giornalista, basata sul Diritto Canonico, le dichiarazioni di papa Benedetto XVI e comprovata da pareri di insigni studiosi italiani e stranieri. L’indagine, in corso da quattro anni, ricca di oltre 1.000 articoli e di 1.254 podcast svela la verità sulla “sede totalmente impedita” di papa Benedetto XVI e illustra il raffinatissimo sistema comunicativo usato da Sua Santità, esiliato nel recinto di Pietro, scoperto dall’Autore: il codice Ratzinger, ovvero l’uso della “restrizione mentale larga”, concetto tratto dalla teologia morale.
La presentazione fa parte di un ciclo di 156 conferenze organizzate, da settembre 2022, in tutta Italia in modo spontaneo dai lettori.
Ingresso a offerta libera Prenotazione consigliata: petizionecr@libero.it
L’11 febbraio 2013 successe un fatto clamoroso che tutti ricordiamo: Papa Benedetto XVI annunciò le proprie dimissioni che, stando alla vulgata mainstream, ebbero effetto alle ore 20 del successivo 28 febbraio. Ratzinger sarebbe stato il primo Papa dell’era moderna a rinunciare al soglio pontificio. Cosa lo avrebbe spinto a farlo? E soprattutto, ci siamo mai chiesti se in effetti avesse davvero voluto abdicare?
La Declaratio, con cui annunciava le proprie intenzioni presenta enormi problematiche giuridiche che, a detta di vari studiosi, la rendono nulla e invalida se interpretata come abdicazione. Come noto, fu pubblicata con alcuni inspiegabili errori di latino, cosa impensabile per Ratzinger, che era un raffinatissimo latinista. Lascia interdetti, quindi, come lui stesso avesse potuto scrivere tre anni dopo che aveva scritto la Declaratio in latino “per non commettere errori”. Tutto ciò si spiega perfettamente, ma solo comprendendo a fondo lo sconvolgente congegno antiusurpazione preparato dal card. Ratzinger e da Giovanni Paolo II fin dal 1983.
E’ durata due anni l’inchiesta dello storico dell’arte e giornalista romano Andrea Cionci, condotta sulle pagine di Libero, Byoblu e RomaIT. “Ho cominciato a interessarmi della questione – commenta l’autore – dopo aver appreso che da otto anni papa Benedetto ripeteva: «Il papa è uno solo», senza mai spiegare quale. Ho capito che ci doveva essere qualcosa sotto, e di grosso”. Le conclusioni dell’indagine, raccolta in “Codice Ratzinger” (Byoblu maggio 2022) oggi fra i dieci bestseller italiani, si possono riassumere in uno scenario dalla portata millenaria.
Papa Benedetto, costretto a togliersi di mezzo dai poteri globalisti e dalla fronda ecclesiastica modernista che sosteneva Bergoglio, nel 2013 non ha affatto abdicato, ma ha “messo alla prova” i suoi nemici con una candida, sincera dichiarazione (la famosa “Declaratio”) in cui, annunciando di rinunciare all’esercizio del potere, si faceva porre dagli stessi cardinali, inconsapevolmente, in Sede totalmente impedita, uno status canonico parallelo alla sede vacante, ma nel quale il papa è prigioniero e impossibilitato a comunicare liberamente.
Così, Benedetto XVI è rimasto il papa a tutti gli effetti, benché contemplativo e privato della facoltà di governare, e i suoi nemici, accontentandosi del primo atto che parlasse di “rinuncia”, si sono scismati e annullati da soli convocando un conclave nullo a papa né morto, né abdicatario.
Si svela così il mistero del doppio papato: “una sorta di ministero allargato” fra due papi, sì, ma uno legittimo-contemplativo (Benedetto XVI) e l’altro illegittimo-attivo (Bergoglio). Per distinguersi dall’antipapa, Benedetto è, dunque, l’”emerito”, non “il papa in pensione” (giuridicamente impossibile e, infatti, inesistente), ma “colui che merita”, che “ha diritto” di essere papa, dal verbo latino emereo.
Chi lo dice? Intanto, una ventina di specialisti, teologi, canonisti, giuristi e latinisti che hanno tradotto correttamente la Declaratio dal latino, dove il verbo vacet non sta per “sede vacante”, bensì per “sede vuota”; ma soprattutto è stato lo stesso papa Benedetto che lo ha spiegato con un
linguaggio estremamente preciso, ma sottilmente logico, dovuto al fatto che, essendo giuridicamente in prigionia, non poteva parlare liberamente. E’ quello che Cionci ha chiamato il “Codice Ratzinger”, uno stile comunicativo che ricalca quello di Gesù coi suoi nemici ed è destinato a chi “ha orecchie per intendere”.