L'elogio del welfare pubblico
per i 20 anni di Cremona Solidale
Presentato ieri in sala Coppetti di Cremona Solidale il libro “Il Modello Cremona” – 20 anni di Assistenza, Cura, Ricerca”, che racconta la nascita del sistema “a tre” del welfare cremonese (Comune – Azienda Speciale comunale Cremona Solidale – Fondazione Città di Cremona). Un volume scritto da Rebecca Loffi che ha intervistato i protagonisti di quella che fu la trasformazione delle Ipab Riunite nelle due realtà che conosciamo oggi: una – l’azienda, deputata a fornire i servizi di welfare; l’altra- la fondazione di diritto privato, ma direttamente connessa al Comune – che ha il compito di amministrare il patrimonio pervenuto nei secoli dalla generosità dei cremonesi e di alimentare sempre nuove donazioni.
Il libro descrive poi l’evoluzione dei servizi e delle strutture di Cremona Solidale, con un occhio particolare agli aspetti umani che caratterizzano il lavoro di chi si occupa di assistenza alle persone. Ne hanno parlato, oltre all’autrice, Simona Gentile (Direttore sanitario e Generale ad interim di Cremona Solidale); Emilio Arcaini (Presidente Cremona Solidale); Uliana Garoli (Presidente Fondazione Città di Cremona); il sindaco Andrea Virgilio.
Come ha spiegato Loffi, oggi più che mai, in un contesto sociale in cui la logica dell’efficienza e del super-attivismo è prevalente, “il declino delle nostre capacità fisiche e cognitive ci fa temere l’arrivo dell’età anziana. E invece in RSA si può invecchiare bene, è un luogo dove i desideri e l’aspirazione alla felicità possono essere perseguiti, grazie all’impiego di competenze e impegno sul fronte umano e relazionale. Un luogo che sa di casa”.
Il presidente di Cremona Solidale, Emilio Arcaini, ormai al termine di un doppio mandato, ha ricordato quelle che sono state le tante sfide di questi anni e l’impegno gratuito che ha contraddistinto tutto il Cda (che non percepisce alcun compenso per l’incarico), mentre Uliana Garoli ha insistito molto sulle varie declinazioni della parola “cura”: delle persone, degli edifici, intesi come spazi che devono essere gestiti per soddisfare al meglio i bisogni di chi li abita e da qui gli sforzi fatti negli anni “con le nostre risorse e con l’aiuto dei cremonesi, per adeguare sempre più questi luoghi alle necessità della cura. Ma questi sono luoghi importanti a che dal punto di vista storico, come dimostra il recupero del bosco di villa Mainardi. Tutto ciò riguarda anche il polo di via 11 febbraio, dove vivono persone con residua autonomia”.
Garoli ha anche usato una metafora per spiegare il “Modello Cremona” che dà titolo al libro: “E’ come un tavolino di legno che si basa su tre gambe molto solide, ma se una cede il tavolo cade. Quindi, se vediamo un piccolo tarlo nel legno, dobbiamo subito metterci mano, prima che la gamba ceda”.
Sia il sindaco Virgilio che la stessa Garoli hanno poi evidenziato l’importanza del mantenimento del carattere pubblico di Cremona Solidale: “Qui si sta attuando un modello che è anche contro lo stereotipo per cui ‘pubblico’ è meno bello di ‘privato‘. Quando gli amministratori lavorano bene e superano anche grosse difficoltà – come ad esempio la pandemia – è la dimostrazione che la buona politica amministrativa riesce a fare cose che sembravano impossibili”.
“Sono stato testimone di un periodo storico in cui sembrava che privato fosse migliore”, ha detto inoltre il sindaco Virgilio, elogiando non solo gli aspetti umani della cura delle fragilità messi in pratica sia nella rsa sia negli altri numerosi servizi di welfare in capo a Cremona Solidale, ma rilevando anche l’importanza dei processi di innovazione in atto, ad esempio con la partecipazione dell’Azienda comunale alla rete di importanti centri di ricerca. “Sono particolarmente orgoglioso del lavoro che avete fatto”, ha concluso, citando espressamente la precedente assessora al Welfare Rosita Viola, presente in sala Coppetti insieme all’attuale assessore Marina Della Giovanna e alla dirigente dei servizi sociali Eugenia Grossi. gb