Maltrattamenti sulla figlia
di sette anni: papà assolto
Si è chiuso con una sentenza di assoluzione il processo nei confronti di un papà che era accusato di aver maltrattato la propria figlia minore, manifestando abitualmente, in presenza della bambina, di soli 7 anni, con toni accesi e violenti, il forte astio nei confronti dell’ex compagna. La notte di Santa Lucia avrebbe detto alla figlia che sarebbe uscito di casa per “andare ad uccidere la mamma e la nonna materna, sbattendo i pugni sul tavolo, urlando e dandole schiaffi sulla testa senza motivo”.
Fatti che sarebbero accaduti nel 2018, ma la lotta della coppia si trascina dal 2013 e ha occupato spesso le aule dei giudici civili e del tribunale per i minori di Brescia. Nel procedimento, l’imputato era assistito dall’avvocato Antonio Veropalumbo, mentre la bambina e la mamma erano parte civile. Dopo la separazione tra i due conviventi, era iniziata una guerra senza esclusione di colpi, con contenzioni su contenziosi, fino a quando lui avrebbe sfogato la sua aggressività verso madre e figlia.
“Con la sentenza di assoluzione è stata fatta giustizia”, ha detto l’avvocato Veropalumbo, “ma il mio assistito la giustizia non l’ha avuta, perché nessuno gli restituirà mai la figlia che lui adora e che gli è stata sottratta non dall’autorità giudiziaria, non dal tribunale per i minori, ma dalla mamma”. La bimba vive con la mamma, ma ancora oggi è affidata ai servizi sociali “per colpa della conflittualità dei genitori”.
“Il curatore speciale”, ha spiegato il legale, “ha riconosciuto che la bambina veniva anche manipolata dalla madre. Addirittura, una perizia ha dichiarato che era molto suggestionabile. La bambina ha perso il papà, è convinta che il papà sia un mostro. E invece è stato dimostrato che non lo è mai stato. Lo dicono le relazioni dei servizi sociali, negli atti c’è tutto. I fatti hanno fatto assolvere il mio cliente“.
Nel 2014 la ex compagna aveva presentato un esposto in Questura e l’uomo aveva avuto un ammonimento. “Gli avevano consigliato di registrare le conversazioni tutte le volte che si vedeva o sentiva la sua ex“, ha detto il legale della difesa, “e questo ha dimostrato che ciò che è stato raccontato dalla donna non era vero. Non era vero che quando lui andava in casa di lei rompeva tutto, si portava via la bambina piangente, buttandola in macchina come se fosse un pacco, che diceva le parolacce. Quelle registrazioni lo hanno salvato”.
Sara Pizzorni