Arvedi Caldonazzo a Bruxelles: "Serve
piano per l'acciaio senza ideologismi"
La delicata situazione del settore dell’acciaio sotto i riflettori in questi giorni a Bruxelles, al Parlamento Europeo. Mentre i gruppi politici sono ancora intenti a chiudere un’intesa che dia vita alla nuova Commissione europea di Ursula von Der Leyen, al terzo piano dell’edificio principale del Parlamento nella capitale belga si solleva il tema della crisi che ha colpito un settore capace di dare lavoro a oltre 300mila persone.
L’europarlamentare lombardo Giorgio Gori, ex sindaco di Bergamo, ha ospitato un dibattito a cui ha preso parte Mario Arvedi Caldonazzo, Ceo di Arvedi Spa e vice presidente di Eurofer, l’associazione europea di riferimento. Con lui, altri rappresentanti del mondo siderurgico.
“L’industria europea dell’acciaio sta attraversando una crisi che richiede molta attenzione – ha spiegato Gori -. Dobbiamo salvaguardare un settore fondamentale per l’economia europea e tutelarne i lavoratori. Durante la plenaria di ottobre a Strasburgo, ho chiesto che la Commissione Europea predisponga con urgenza un Piano d’azione per l’acciaio per rafforzare i nostri strumenti di difesa commerciale contro la concorrenza sleale della Cina e di altri Paesi, ridurre il costo dell’energia e riconoscere il rottame ferroso, fondamentale per la produzione dell’”acciaio verde”, come materia prima critica, così da vietarne l’esportazione dall’Europa a Paesi extra UE”.
“L’Europa vuole davvero un’industria dell’acciaio? Se la risposta è sì, il numero di regolamenti, leggi, azioni, deve essere urgentemente rivisto – ha iniziato il suo intervento Mario Arvedi Caldonazzo -. Per supportare queste azioni è stato preparato un piano d’azione che riprende i movimenti necessari per dare continuità e un futuro alla nostra industria”.
“La cosa più importante da capire – ha sottolineato Arvedi Caldonazzo – è che esiste una sfida esistenziale per la nostra industria. E questa sfida non è ancora stata capita dall’attuale commissione europea. Solo se competitivi potremo giocare la nostra partita nel mercato globale, alle medesime regole del resto del mondo“.
“L’industria dell’acciaio europea – ha concluso Arvedi Caldonazzo – è la più avanzata al mondo, ma ha disperatamente bisogno di un approccio pragmatico per superare questa crisi. Siamo sicuri che adottando un European Steel Action Plan privo di ideologismi, la nostra supremazia industriale, in termini di qualità tecnologica e di prodotto, potrà continuare ad esistere”.