Pugnalate e costole rotte a forza
di calci. "Dieci anni da incubo"
La vittima, terrorizzata dal suo ex, ha testimoniato dietro un paravento
Per non trovarsi faccia a faccia con il suo ex, del quale è ancora terrorizzata, oggi la vittima, che ha raccontato in aula il suo incubo durato dieci lunghi anni, ha testimoniato dietro un paravento. Lui, 39 anni, che ha il divieto di avvicinarsi alla donna, l’ha ascoltata seduto al banco degli imputati a fianco del suo legale, l’avvocato Raffaella Parisi. Lei, 52 anni, si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Vittorio Patrini.
E’ l’ennesimo caso di maltrattamenti in famiglia approdato nell’aula penale del tribunale di Cremona, con il 39enne accusato di aver alzato le mani contro la sua ex, con cui ha convissuto dall’ottobre del 2013. A partire dall’ottobre del 2017 fino all’aprile di quest’anno, in più occasioni, l’avrebbe sottoposta a pesantissimi maltrattamenti, colpendola, nel corso dei vari litigi, tutti per futili motivi, con pugni, calci e schiaffi al volto e al torace. L’uomo era accusato di un episodio di violenza risalente al 2015, quando le aveva fracassato la testa contro il vetro del forno. Per quel fatto ha già patteggiato.
Più volte la vittima, come raccontato in una lunga deposizione, era stata costretta a ricorrere alle cure dei medici dell’ospedale per le lesioni riportate. Nel corso degli anni, l’uomo, nel corso di continue discussioni, l’avrebbe colpita con un coltello, ferendola al polso e ad una gamba, le avrebbe sferrato calci alle costole e ad una spalla, l’avrebbe ferita al volto colpendola con i pugni. L’avrebbe inoltre ingiuriata, minacciata e colpita altre volte con pugni al torace, fratturandole le costole. “Una volta mi ha anche sputato nella minestra e mi ha messo la faccia nel piatto“, ha raccontato la donna.
Nell’aprile dell’anno scorso, dopo essere stato allontanato dall’abitazione della vittima, decisa a porre fine a quella relazione violenta, lui si era ripresentato davanti a casa, sfondando la porta dell’appartamento, restandoci contro la volontà di lei per una settimana.
Ad aprile di quest’anno, l’ultimo episodio: “Lui ha sfondato la porta di casa”, ha raccontato la 52enne. “Me lo sono trovata in camera da letto, mi ha dato dei pugni, siamo andati in cucina, ha preso le forbici, in anticamera ha tagliato tutti i giubbini. Mi sono detta ‘Qui o vado via io o se no mi ammazza’. Sono uscita in pigiama e ho chiamato la polizia’”.
L’imputato è attualmente in carcere per aver violato la misura del divieto di avvicinarsi alla sua ex convivente con il braccialetto elettronico.
La sentenza sarà emessa il prossimo 19 febbraio.
Sara Pizzorni