Mario Rota espone all'Adafa
in ricordo di don Mazzolari
“Fiume, cascine e pianura”. È questo l’accattivante titolo della nuova mostra personale del pittore cremonese Mario Rota che si apre sabato alle 17,30 all’Adafa con l’introduzione di Giusy Asnicar e Fulvio Stumpo. L’artista ha voluto dedicare questa rassegna a Don Primo Mazzolari. «La mia pittura – spiega – è sempre stata apprezzata per la tematica semplice e per il colore della tradizione cremonese.
Molti sono i modi per esprimere il proprio stato d’animo: il mio è affascinato dalla natura d’artista, a tal punto da fermare queste sensazioni sulla tela. Interpreto le presenze liete nella luce solare, dando vita alle cose più semplici e dimenticate. Pur avendo il massimo rispetto per tutte le correnti artistiche, sento la necessità di un distacco da esse, per poter tradurre la mia pittura in umile messaggio di vita.
Nel mio lavoro continuo, anche le amarezze e le delusioni sono servite a temprare il mio carattere d’artista, nella certezza che l’umiltà e l’onestà affiorano sempre nelle mie tele, mettendomi con animo sereno al giudizio di chi le osserva». Il titolo della rassegna prende spunto da un passaggio di un’omelia di Papa Francesco che, parlando del presbitero cremonese, sostiene che Don Primo può essere accostato «al fiume della vita, alla cascina come famiglia di famiglie, alla pianura come apertura agli orizzonti universali».
«L’arte di Mario Rota – aggiunge il curatore della mostra, Simone Fappanni – s’inquadra in un realismo padano di schietta intonazione contemplativa. La natura scorre, nelle opere del pittore, attraverso l’alternarsi ciclico delle stagioni, mostrandosi nella sua integrità, entro cui si stagliano le cascine, testimoni di un tempo ormai passato in cui affondano le nostre più profondi radici e di cui bisogna tenere viva la memoria.
Le luci, così come le ombre, appaiono trasposte in atmosfere tattili di ben concertata definizione plastica. Così facendo, l’artista ci consegna scenari ammantati da un fascino infinito suggerito dallo scorrere del Grande Fiume, simbolo del tempus fugit». L’artista ha esposto con successo in diverse, importanti sedi, fra cui la Sala degli Alabardieri di Palazzo Comunale e la “Sala Consiliare del Municipio di Castelverde, conseguendo significativi riconoscimenti di critica e pubblico.
L’indimenticato maestro Giorgio Lucchi, per tanti anni presidente e anima della “Famiglia Cremounesa”, ne ha evidenziato la capacità di Rota di perseguire con costanza il proprio discorso creativo ritraendo «la campagna dove visse da ragazzo e dove è ancora possibile avvertire il respiro, in silenzio e in pace». L’esposizione, visitabile fino al 5 dicembre da martedì a domenica dalle 17.00 alle 19.00, vanta è patrocinata dalle amministrazioni comunali di Cremona, Castelverde e Bozzolo, e dalla Fondazione Mazzolari.