Cronaca

Una catena umana attorno al Palazzo in difesa di acqua pubblica e referendum Imbarazzata difesa di Perri sulla privatizzazione del servizio

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Mentre nel salone dei quadri il sindaco Oreste Perri tentava una goffa difesa delle ragioni del voltafaccia del Comune di Cremona sul tema dei privati nella gestione dell’acqua, dalle finestre arrivava l’eco della manifestazione in cortile Federico II con le proteste contro il colpo di mano dell’Ato. Seicento persone circa, tra i quali alcuni sindaci in fascia tricolore, a protestare contro lo scippo dell’esito referendario. L’imbarazzo di Perri era evidente. Per tutta la durata del consiglio (leggi gli interventi), pallido in volto e preoccupato, ha ascoltato le voci della piazza piuttosto che lo svolgersi del dibattito comunale. In effetti, anche in questa occasione, si è avvertita nettamente la lontananza del Palazzo dai cittadini, una frattura evidenziata anche dalla catena umana che chi protestava in piazza ha fatto attorno al Comune.  Così mentre la maggioranza (rinforzata dalla Lega e dall’Udc quasi a voler riprovare alleanze in vista delle elezioni regionali) ha votato no all’ordine del giorno di Pd, Italia dei Valori e Cremona per la Libertà che prevedeva un passo indietro rispetto alla scelta del Cda dell’Ato, l’opposizione (ad esclusione ovviamente della Lega), usciva dall’aula consiliare e si univa ai manifestanti. E dalla piazza è partito il grido ritmato “Torna a remare, Perri torna a remare”.

IL COMITATO: ‘DIMISSIONI DELLA GIUNTA’

In serata il comunicato del Comitato Acqua Pubblica che – visto il voto espresso nel Cda dell’Ato di fatto confermato in Consiglio comunale respingendo l’odg delle opposizioni – chiede le dimissioni della Giunta Perri. Ecco il testo completo.

Signor sindaco Perri, signori assessori: con il voto espresso all’interno del cda dell’Ufficio d’Ambito (oggi confermato in consiglio) avete vibrato un colpo mortale alla democrazia e alla vita politica di Cremona. Non solo per il fatto che in questo modo fate carta straccia di uno degli strumenti più potenti di partecipazione dei cittadini, il referendum: ma anche e soprattutto per le motivazioni addotte. Sentire un sindaco affermare che è giusto svendere i beni di tutti “perché non ci sono i soldi” è la manifestazione chiara e netta di una disperazione della politica che ha perso ogni riferimento etico. I miei diritti e i beni comuni a cui io avrei avuto diritto se voi non ve li foste venduti non hanno un prezzo. Siete stati incapaci di gestire la cosa pubblica in maniera saggia e oculata, e non sapete neppure immaginare di unirvi al di là degli steccati politici per una battaglia di difesa dei beni comuni dagli avvoltoi del mercato. La vostra ideologia che tutto fa dipendere dai soldi è ormai un cadavere che cammina eppure voi non sapete guardare oltre: essa vi ha resi ciechi alle sollecitazioni che vi vengono ogni giorno da cittadini, associazioni, lavoratori, sindaci, vescovi, scienziati, filosofi. Sino a pochi anni fa le municipalizzate erano il braccio con il quale le amministrazioni locali erano in grado di forgiare una società più decente. Siete stati a guardare inerti mentre esse si sottraevano al vostro controllo: oggi sono le aziende a decidere fusioni e accorpamenti prima ancora di chiedervi il permesso; e quando tra pochi mesi il problema delle morosità delle bollette a Cremona diverrà una strage sociale voi non saprete fare altro che andare a pietire dalle vostre aziende la carità.

Qui sotto, signor sindaco e signori consiglieri, ci sono tanti diciottenni: come sapete gli avvenimenti che si vivono alla loro età si imprimono indelebilmente nella memoria. Sanno che il futuro che li attende sarà un futuro pesantissimo. Per la prima volta la nostra generazione è colpevole di consegnare ai diciottenni prospettive di vita peggiori di quanto non abbiano fatto i nostri genitori con noi. Di questo siamo tutti responsabili, indipendentemente dal colore politico: ma i vostri atti rendono le nuove generazioni ancora più inermi e indifese. I tempi bui che attendono questi ragazzi non possono essere affrontati avendo al vertice delle pubbliche amministrazioni persone che non hanno nessun valore etico e nessun rispetto della democrazia. Quei ragazzi hanno bisogno di politici con la p maiuscola, che abbiano la schiena abbastanza dritta da resistere alle pressioni politiche (e magari, perché no, denunciarle) ma che abbiano anche l’umiltà e la voglia di studiare, informarsi, approfondire i problemi. Lo chiedete a loro ma non siete pronti a farlo voi.

Signori assessori e signor sindaco, con le decisioni che avete preso in questi giorni voi chiudete la vostra storia politica e la chiudete nel modo peggiore. Passerete forse alla storia, ma come un’onta nella storia di Cremona, per avere tradito i vostri cittadini e tutti gli altri sindaci della provincia. Per questo oggi il Comitato Acqua Pubblica del Territorio Cremonese chiede le dimissioni di questa giunta. Sappiamo benissimo che non abbandonerete quelle poltrone, ma il tricolore dell’ANPI che abbiamo voluto come sola bandiera “ospite” questa sera è lì ad ammonirci che chiedere di andarvene è un dovere a cui non possiamo sottrarci: perché i diritti che voi ci rubate nascono dalla Resistenza e si incardinano nella Costituzione Repubblicana.

Noi cittadini non abbiamo in ogni caso alcuna intenzione di abbandonare questa lotta. Esisteremo e resisteremo un minuto più di voi: e tanto per essere chiari ed evitare strumentalizzazioni, saremo in futuro altrettanto inflessibili e attenti con chiunque verrà a sostituirvi. Il nostro lavoro è solo iniziato. Noi sappiamo che non possiamo perdere così come sappiamo che voi avete invece già perso. Perché si scrive acqua ma, anche se voi non lo capite, si legge democrazia.

GALLERIA DI IMMAGINI (FOTO FRANCESCO SESSA)

 

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