Cronaca

Baby gang, don Fontana (Focr):
"Adolescenti specchio di noi adulti"

“Mai così tanti ragazzi in carcere”, questo denunciava l’associazione Antigone nell’ultimo rapporto presentato a inizio ottobre sull’emergenza negli Istituti penali per minorenni, a un anno da Caivano: in 22 mesi i giovani detenuti sono cresciuti del 48%. Al 15 settembre 2024 erano 569 i ragazzi e le ragazze detenuti negli Istituti penali per minorenni (Ipm) italiani, numeri così alti non si erano mai registrati prima.
La condizione carceraria è la punta di un iceberg sotto cui sta la crescita dei fenomeni di criminalità da parte di giovani e giovanissimi, che interessano anche una città come Cremona. Il più delle volte si tratta di disturbo della quiete pubblica, ma anche di eventi non necessariamente penalmente rilevanti come litigi che sfociano in atti violenti, di cui sono piene le cronache delle ultime settimane.

Una chiave di lettura di questi fenomeni viene da don Francesco Fontana, responsabile della Focr, Federazione oratori cremonesi: “I giovani – ci dice – non sono cambiati, stanno facendo quello che hanno sempre fatto. Che ci piaccia o no gli adolescenti fanno da specchio a noi adulti, ci stanno rimandando quello che noi gli stiamo facendo vedere.

“L’intervento che si può fare è di tipo educativo con la chiamata in causa di tutti i soggetti coinvolti. Le violenze vanno fermate, ma dall’altra parte occorre lavorare molto, occorre fare proposte, riempire il tempo vuoto che caratterizza la vita di tanti ragazzi scivolati fuori dai circuiti educativi. Serve un’alleanza tra le diverse agenzie educative: la scuola fa la sua parte, alla famiglia deve essere chiesto di fare la sua parte e poi devono essere coinvolte le forze dell’ordine, la società civile, le amministrazioni e certamente anche gli oratori e la comunità cristiana”.
Il servizio di Andrea Colla

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