L’ultimo abbraccio a Chiara:
“Aveva immensa capacità d'amare”
Un abbraccio di comunità, lungo, intenso, iniziato giovedì scorso dopo le prime notizie riguardanti lo stato di salute di Chiara e proseguito fin nel cuore della chiesa di Sant’Abbondio, mercoledì mattina, per i funerali della 19enne.
La famiglia dell’ex sindaco Gianluca Galimberti, con la moglie Anna e i figli Marco e Giovanni, insieme a nonni, parenti e amici, sta ricevendo dalla “sua” Cremona l’affetto di una città commossa per la perdita di una giovane vita piena di energia, come quella di Chiara. Sorridente, intraprendente, legatissima ai propri cari, la 19enne è stata ricordata martedì dalle tantissime persone, accorse alla camera ardente allestita al Maggiore, dai numerosi messaggi di cordoglio sui social network e dalla presenza in massa a Sant’Abbondio, parrocchiale che solo pochi giorni fa aveva ospitato la veglia di preghiera per lei.
Chiara lascia in chi l’ha conosciuta il senso di smarrimento per una perdita imprevista, precoce, straziante. Piena di interessi, Chiara amava il teatro, coltivava relazioni, era partecipe di tanti progetti. Era amata, da tutti, perché sapeva farsi voler bene con la sua vivacità e spontaneità.
Chiara ha lasciato un segno talmente tangibile nella comunità di Sant’Abbondio che don Andrea Foglia, nel ricordarla, ha tratteggiato la crescita di una ragazza sempre presente, sempre attenta ad accogliere il prossimo: “quelle braccia aperte erano il segno di Chiara, della sua immensa capacità di amare”, ha detto. Chiara aveva un cuore grande, prodotto di “un amore con un cromosoma in più”, per dirla con le parole del vescovo Antonio Napolioni.
Tanti i ricordi di chi ha condiviso con lei giornate di scuola, di teatro, di vita. I palloncini bianchi al cielo, lasciati liberi dai suoi compagni di classe e amici, la raggiungeranno presto. Con i pensieri di una comunità intera che continuerà a ricordarla nei suoi piccoli gesti di quotidiana vitalità. E in tanti di quei ricordi che lo stesso Papa Francesco, nell’ultima enciclica citata dal vescovo Napolioni, ha incorniciato tra le caratteristiche che gli algoritmi non potranno mai riprodurre. Come i bigliettini di Chiara, che ribadivano l’amore per il suo papà e la simbiosi con la sua mamma.