Case di riposo, voto unanime
in Regione per mozione di FdI
“Massima attenzione alle Rsa: il sostegno che Regione Lombardia assegna al mondo delle Residenze Sanitarie Assistenziali è un aiuto indiretto alle famiglie”: lo ha evidenziato il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Marcello Ventura, in relazione ad una specifica mozione, con primo firmatario il collega Diego Invernici (Fdi), che ha incassato il voto unanime di tutto il Consiglio regionale, dedicata alle case di riposo intitolato ‘Regime fiscale applicabile agli immobili di proprietà delle fondazioni/enti no profit gestori delle Rsa’.
“Con il documento approvato nel corso della sessione consiliare – ha commentato Ventura – si è chiesto al presidente e alla Giunta di Regione Lombardia di attivarsi presso la Conferenza Stato-Regioni al fine di individuare rapidamente soluzioni per una classificazione catastale equa e omogenea degli immobili, che ospitano tali strutture purché non vi siano fattispecie di lucro”.
La mozione ha come finalità quella del ripristino della precedente classificazione catastale delle Ipab (Istituto pubblico di assistenza e beneficenza), risalente a prima della loro trasformazione.
Recentemente, l’Agenzia delle Entrate ha infatti stabilito che gli immobili delle Rsa devono essere accatastati nella categoria D4 (immobili a destinazione speciale con fini commerciali, come ospedali privati), anziché nelle categorie B1 o B2 (destinate a ospedali e case di cura senza scopo di lucro). Di fatto, questa nuova classificazione ha comportato un incremento della tassazione, poiché le Rsa vengono trattate come immobili a fini di lucro, simili a cliniche private, mentre la loro funzione sociale e assistenziale dovrebbe essere distinta da quella commerciale.
“Abbiamo dato un segno tangibile, anche in questo campo, della forte attenzione di Regione Lombardia ai settori socioassistenziale e sociosanitario: ripristinare il precedente regime fiscale – ha concluso Ventura – consente di superare le incertezze giuridiche, che si possono trasformare in costi di gestione, con inevitabili ricadute sui costi a carico delle famiglie. Il ritorno alle categorie B1 o B2 meglio rispecchia la funzione sociale e non lucrativa delle RSA”.