Iniziato lo smantellamento
della centrale nucleare di Caorso
Sogin ha iniziato nella centrale nucleare di Caorso (“Arturo” per chi ha visto nascere l’impianto alle porte di Cremona) le attività di smantellamento dei sistemi e componenti all’interno dell’edificio reattore. Questo progetto rappresenta un passaggio cruciale nel programma di dismissione dell’impianto emiliano, poiché segna l’attacco al cuore della centrale.
In particolare, sono cominciate le operazioni di “spooling” in cui i tecnici stanno tracciando i punti di taglio per smontare i sistemi e componenti in pezzi (spool). Tale lavoro è necessario per garantire che ogni elemento possa essere facilmente identificato e raggruppato in base al sistema di impianto di provenienza e alla sua eventuale contaminazione.
Le attività condotte finora hanno incluso la realizzazione dell’impianto elettrico di cantiere e proseguiranno con l’installazione dei mezzi per la movimentazione dei materiali smantellati e con l’allestimento dell’impianto per eseguire tagli a caldo, specificatamente progettato per affrontare i componenti più complessi per dimensione e spessore.
I primi sistemi e componenti ad essere smantellati saranno quelli posti a piano campagna. Una scelta dettata dalla necessità di liberare gli spazi per il passaggio dei materiali provenienti dagli altri piani dell’edificio reattore. A piano campagna si trova infatti un corridoio confinato, denominato waste route, realizzato da Sogin, dove i componenti tagliati verranno trasferiti in sicurezza nell’edificio turbina per essere eventualmente decontaminati, tagliati e ulteriormente ridotti di volume per facilitare la loro successiva gestione.
Il progetto di smantellamento è articolato per “aree”, ciascuna delle quali prevede un piano di smontaggio dettagliato. Questa pianificazione assicura il rispetto dei criteri di sicurezza e delle prescrizioni indicate dall’Isin, l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nazionale e la radioprotezione.
Saranno smantellate complessivamente 3.400 tonnellate di materiale, di cui circa l’88% sarà rilasciabile dopo le operazioni di trattamento e decontaminazione necessarie, mentre il restante 12% sarà gestito come rifiuto radioattivo e stoccato nei depositi temporanei del sito in attesa di essere trasferito al Deposito Nazionale, una volta disponibile.
“Questo risultato – affermano da Sogin – dimostra come la società, grazie alle tecniche avanzate di trattamento e decontaminazione utilizzate durante le attività, sia in grado di recuperare una significativa percentuale dei materiali smantellati, confermando che è possibile implementare buone pratiche di economia circolare anche nel decommissioning nucleare, in linea con l’impegno della Società a favorire lo sviluppo sostenibile del Paese”.
“Arturo” è stata la più grande fra le centrali nucleari in Italia, progettata e realizzata nel 1977 dal raggruppamento ENEL – Ansaldo Meccanica Nucleare – GETSCO. Il reattore di Caorso ha raggiunto la prima criticità il 31/12/1977. Il collegamento con la rete elettrica nazionale è avvenuto nel maggio del 1978.
Nell’ottobre del 1986 hanno fermato l’impianto per la periodica ricarica del combustibile. Anche a seguito dell’esito del referendum sul nucleare del 1987 la centrale non ha più ripreso l’attività.
Nel periodo di esercizio, durato fino al 1986, la centrale ha prodotto complessivamente 29 miliardi di kWh.