Chiude un altro negozio
storico di Cremona
Dopo la metà di gennaio, sarà un po’ più spento l’ultimo tratto di Corso Garibaldi, con la chiusura di un altro negozio storico di Cremona, Bodini abbigliamento. A gestirlo da oltre 40 anni è Laura Bodini, nipote di Nerina Quarantani, che negli anni ’50 avviò l’attività come merceria.
Al suo fianco la figlia Eva Bodini e dall’inizio degli anni Ottanta la nipote Laura. “La scelta di specializzarsi nell’abbigliamento per signora è stata vincente”, ci racconta con il sorriso sulle labbra e senza l’ombra di recriminazioni. “Diciamo che fino alla fine degli anni Novanta le cose sono andate molto bene. Oggi lascio sicuramente con dispiacere per il rapporto che si è instaurato con tante clienti, ma anche con la consapevolezza che i tempi sono decisamente cambiati”.
Tanti anni di attività hanno sviluppato un occhio critico sulle dinamiche vissute dal commercio a Cremona: “Sicuramente gli eventi che in questi anni sono stati organzzati aiutano molto a riempire la città, ma parlando anche con i miei colleghi riscontro che a beneficiarne davvero i pubbici esercizi, bar e ristoranti.
Qui nella mia zona (quasi a San Luca, ndr) non posso dire che se ne sentano gli effetti. La città in questi quarant’anni è molto cambiata. Fino a 10 anni fa avevo clienti che venivano anche da fuori e vedevano una bella città, florida, con una merceologia molto varia. Poi ci sono stati gli anni della crisi, le cose sono peggiorate e spesso mi sento dire da chi entra: ma cosa è successo a Cremona?”
Tante vetrine vuote, insomma, non aiutano lo shopping, in un circuito vizioso innescato dal cambiamento delle modalità di consumo e dalle offerte a basso prezzo. E così negozi come questo, con un target di clientela medio alto, faticano più di altri, complici il calo del potere d’acquisto, l’invecchiamento della clientela storica e l’avanzata della “fast fashion”. “Negli anni migliori – racconta la commerciante – ho servito signore che più volte all’anno cambiavano completamente il loro guardaroba con capi di qualità. Oggi non è più così, qualche cliente con queste esigenze ancora c’è ma non a sufficienza per rendere economicamente sostenibile questa attività”.
Una lunga storia di commercio che si chiude dunque, condivisa negli ultimi 15 anni con la commessa, Giò Sabadini, volto che tanti cremonesi ricordano anche all’ex Casa di Bianco e al Coin di corso Cavour. La merce che eventualmente resterà invenduta sarà data in beneficienza a qualche associazione, come già avviene del resto. “Agli stocchisti dico no grazie”, aggiunge Laura Bodini. “Un solo rimpianto: perdere il rapporto con la clientela che ancora oggi entra e mi chiede: ma dopo dove andremo?”.
Giuliana Biagi