Dopo l'omicidio Borgo Loreto
chiede più controlli e servizi
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Un quartiere popolare da sempre, un quartiere di immigrazione, un quartiere dove ora è inevitabile il senso di paura.
Siamo a Borgo Loreto, all’indomani dell’omicidio di Paolo Gamba, 44 anni, accoltellato nel suo appartamento nel condominio Aler di via Patrioti, a Cremona.
Una situazione al limite del sostenibile, tra spaccio alla luce del sole, degrado e violenza: tanti residenti ne parlano, ma nessuno se la sente di esporsi in prima persona. Per molti, comunque, quanto successo era solo questione di tempo.
“Purtroppo ultimamente non ci sono abbastanza controlli, sia da parte delle forze dell’ordine sia del Comune, come anche dell’Aler – afferma il vicepresidente del Quartiere 5 Giuseppe Ballestriero – e diversi soggetti sono lasciati a sé stessi. In zona passa una volta a settimana anche il vigile di quartiere, ma è solo e fa quel che può. Le persone hanno paura anche ad uscire la sera: siamo diventati a tutti gli effetti una zona di spaccio”.
A conferma, anche la parola di alcuni residenti. “Ora il quartiere è un po’ più problematico di qualche anno fa – racconta una signora che abita in zona- purtroppo hanno dato case popolari a tutti; nulla in contrario, anche se bisognerebbe prestare più attenzione alla sicurezza”.
“Fino a una decina di anni fa il nostro era un quartiere con un’anima, oggi invece i problemi abbondano – sottoscrive un altro residente – e anche il valore delle case è crollato. La droga si vende ad ogni ora e ci sono zone poco raccomandabili; c’è un’altra economia e l’integrazione non esiste”.
Proprio lo spaccio è tra le maggiori problematiche del quartiere, in particolar modo nelle zone adiacenti le case popolari e i parchi pubblici; da qui, la richiesta di maggiori controlli e più interventi preventivi. “La gente che vive in zona domanda più controllo e più servizi da parte del comune e dell’Aler – prosegue Ballestriero – e maggiore attenzione ai più fragili. La gente è terrorizzata e dopo l’omicidio di lunedì ancora di più. Cerchiamo di intervenire e fare qualcosa.”
Il servizio di Andrea Colla