Cronaca

Patenti ed esami illegali: quei
quiz incomprensibili agli indiani

Sono numerosi i cittadini stranieri finiti nei guai con la giustizia per essersi presentati alla sede della Motorizzazione di Cremona e aver cercato di ottenere la patente con l’inganno. Un fenomeno sempre più diffuso, monitorato da tempo grazie alla collaborazione tra le forze dell’ordine e la direzione della Motorizzazione. Spesso, però, questi tentativi di barare all’esame nascondono una problematica più profonda.

L’avvocato Marco Corti

La maggior parte dei candidati scoperti con auricolari, telefoni e vari dispositivi per copiare o per farsi suggerire le risposte dall’esterno, è rappresentata da cittadini indiani, persone che hanno ottenuto la patente in patria, ma che poi, una volta arrivati in Italia, non possono, come invece succede in altri paesi, vedersi convertire la patente. Tra Italia e India, infatti, non c’è una convenzione che riconosce la validità del permesso di guida ai cittadini indiani che si trasferiscono in Italia.

Al loro arrivo possono guidare per almeno un anno con la patente ottenuta in India. Dunque non sono considerati pericolosi sulle strade. Dopo un anno, però, le cose cambiano, e sono costretti a fare l’esame. Anche se non parlano una parola di italiano.

Motivo che spesso costringe molti stranieri che trovano lavoro in Italia a cercare un escamotage per poter ottenere il documento. Un cittadino indiano, bergamino in un’azienda del cremonese, ci ha provato sette volte a fare l’esame con le sue proprie forze, ma non è mai riuscito a superarlo, principalmente per problemi dovuti alla mancata conoscenza della lingua.

“E così ha deciso di recarsi all’esame munito di auricolare”, ha spiegato il suo legale, l’avvocato Marco Corti. Ma è stato scoperto e denunciato, e ora deve affrontare il processo. Quando lo hanno trovato a barare è stato anche necessario portarlo al pronto soccorso perchè il dispositivo era entrato troppo in fondo al padiglione auricolare.

Anche un altro indiano, sempre assistito dall’avvocato Corti, ci aveva provato più volte a fare l’esame onestamente. Poi la decisione di tentare l’inganno. A processo ha patteggiato un mese. Oggi un altro, difeso dall’avvocato Mariagrazia Serato, è stato invece ammesso ai lavori di pubblica utilità: per cinque ore alla settimana  per cinque mesi svolgerà servizio alla Croce Verde di Viadana.

“Se per questi episodi, oltretutto”, come hanno spiegato i legali, “si comincia anche ad avere un precedente penale, per questi indiani, che nel nostro territorio sono tanti, la strada per ottenere la cittadinanza italiana, nonostante abbiano un regolare lavoro, si fa ancora più lunga”.

Sara Pizzorni

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...