Acqua, non si placa la tensione Il Comitato chiede la sfiducia del Cda dell'Ato
“Sull’acqua non c’era alternativa, troppi comuni a rischio sanzioni per mancanza di depuratori o reti fognarie adeguate”, così il presidente del Cda dell’Ato sul quotidiano locale aveva motivato l’approvazione a sorpresa del Piano d’Ambito e della gestione del servizio idrico da parte di una società mista, pubblica per il 60% e privata per il 40% dove il soggetto è individuato mediante apposita gara. Ora, a poche ore dall’incontro dei primi cittadini contrari alla privatizzazione (leggi l’articolo), il Comitato chiede a gran voce la sfiducia del Cda. “Se, come il presidente Denti stesso afferma, nel 2012 alcuni interventi urgenti sono “stati accantonati” è lui il responsabile, non altri – dichiara il Comitato – Se alcuni comuni del territorio si trovano nella condizione di rischiare una sanzione è lui il responsabile, per non avere messo tali interventi in cima alla lista delle priorità. Non ci stupisce che la Cassa Depositi e Prestiti sia recalcitrante a concedere mutui visto che, tradendo in pieno lo scopo per cui è stata creata, invece che essere d’aiuto agli enti locali utilizza allegramente i soldi degli italiani per speculazioni borsistiche. Ma se si è consapevoli che necessitano ulteriori finanziamenti rispetto a quanto pianificato non si attende ottobre per muoversi e non si affida il compito al vicepresidente di una società, si mobilita l’intero quadro della politica locale per una azione corale e condivisa”.
“Ogni credibilità del presidente Denti – si legge nel comunicato – viene comunque a mancare nel momento stesso in cui chi legge fa (semplicemente) due più due: il procedimento di gara non prenderà complessivamente meno di un anno. Le eventuali sanzioni scattano il 31 dicembre. Dunque dire che privatizzare l’acqua ora serve ad evitare le sanzioni è una presa in giro che tenta vergognosamente e ridicolmente di nascondere il semplice fatto che Denti, Perri e Rastelli hanno bisogno di privatizzare il servizio idrico di tutti i cremonesi. Il re è nudo”.
“In altra palese contraddizione cade il presidente Denti – prosegue – quando riconosce che forse non ci saranno privati pronti ad entrare nella partita: o è vero e dunque la privatizzazione non serve o non è vero e questa falsità denuncia in pieno che dietro alla decisione sta una volontà ideologica. La triste e squallida realtà è che questa cricca di “disamministratori” ha inanellato una serie infinita di trucchi, di forzature, di tradimenti a partire dal gravissimo atto con cui il 14 dicembre scorso si è tradita in pieno la volontà unanime dei sindaci. Ma evidentemente tutto è lecito pur di privatizzare il servizio idrico e ora, visto che i sindaci continuano ad essere contrari, l’Ufficio d’Ambito gioca l’ultima carta della forzatura d’imperio”.
“Denti – conclude il Comitato – con i suoi atti e con questa dichiarazione denuncia in pieno il fallimento totale della sua amministrazione. In attesa di discutere la posizione di altri soggetti coinvolti in questa triste e inqualificabile vicenda il Comitato Acqua Pubblica del Territorio Cremonese chiede la sfiducia dell’intero cda dell’Ufficio d’Ambito o almeno la sostituzione immediata dei tre componenti che hanno votato questa indegna deliberazione”.
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