Cronaca

Cremona 20/30: Padania
Acque ha ultimato i suoi progetti

Il punto sullo stato di attuazione dei progetti contenuti nel piano risalente ormai al 2021. La SpA partecipata dai Comuni ha portato a termine l'impianto di essicazione fanghi. Il 1° ottobre l'inaugurazione

Le pompe che alimentano l'impianto di disidratazione dei fanghi

Erano 10 i progetti contenuti nel pacchetto base del piano Cremona 20/30 (più altri 5 sperimentali) messo a punto tra 2020 e 2021 tra A2A, amministrazione comunale, Aem, Padania Acque e altri soggetti, per gettare lo sguardo oltre lo scenario post pandemia e disegnare un futuro nel segno della transizione energetica.
L’impianto di biometano “nei terreni adiacenti all’impianto a biomasse legnose”, come si leggeva nei primi documenti diffusi, stava al terzo posto del pacchetto base, e faceva tutt’uno con la contestuale coltivazione sperimentale di alghe per produrre biocarburante. Investimento previsto nell’arco del decennio 2021 – 2030: 22,5 milioni di euro. Come noto l’impianto non ha superato l’esame della VIA provinciale e al momento non è noto se A2A intenda riprenderlo.

Tra tutte le progettazioni del pacchetto base, sulla città di Cremona A2A ha portato avanti solo gli interventi relativi alla tariffa puntuale dei rifiuti, peraltro già avviata a suo tempo dal Comune e in questi giorni oggetto di un’ulteriore modifica (i mastelli al posto dei sacchi azzurri) grazie ai fondi del Pnrr.

Padania Acque ha invece concluso i suoi due progetti:  impianto di essiccazione dei fanghi da depurazione e impianto di lavaggio sabbie, anche se quest’ultimo, per funzionare a regime, attende alcune modifiche normative.

La società partecipata dai Comuni della provincia ha anticipato i tempi rispetto alla scadenza prevista per l’essiccamento fanghi e il 1° ottobre sarà pronta per il taglio del nastro: insieme all’impianto vi sarà anche l’inaugurazione del nuovo laboratorio analisi, più ampio e performante del precedente.

Ma in che modo l’essiccamento fanghi produrrà benefici all’ambiente? “Si tratta – spiega l’Ad Alessandro Lanfranchi – di sottrarre l’acqua dai fanghi da depurazione. Avere fanghi essiccati significa ridurne la consistenza e quindi togliere camion dalle strade per il trasporto: teniamo presente che oggi noi portiamo i nostri fanghi in Toscana. Lo scorso anno Padania Acque ha smaltito all’incirca 4.500 tonnellate di fanghi con un costo che ammonta a circa 800mila euro. Ora arriveremo ad abbattere la produzione dei fanghi fino a 1.500 tonnellate all’anno da smaltire, con un conseguente risparmio economico e di trasporto su gomma, riducendo così le emissioni di anidride carbonica.

“La tecnologia di essiccamento fanghi adottata prevede inoltre una totale assenza di emissioni in atmosfera, in quanto la parte evaporata dal processo viene sottoposta a condensazione e quindi inviata in testa al depuratore per le successive fasi di trattamento”.

I fanghi da anni vengono smaltiti in agricoltura come ammendanti purchè rispondano a determinati requisiti chimico fisici, una pratica che si scontra ormai con notevoli problematiche ambientali oltre che con un aumento dei costi. La tecnologia di essiccamento scelta da Padania Acque si basa sull’impiego della pompa di calore (facendo così ricorso soltanto al consumo di energia elettrica e non di gas naturale) riducendo la componente umida del prodotto da circa il 75% attuale al 20-25% in regime di funzionamento dell’impianto.
Costo dell’impianto: poco più di 4 milioni di euro di cui 3,5 ottenuti grazie al Pnrr.
L’impianto di lavaggio sabbie – di importo che si aggira sui 100mila euro –  ha come obiettivo il riutilizzo delle sabbie derivanti dal lavaggio delle strade o di quelle recuperate nelle caditoie. Una volta ripulite vengono utilizzate come materiale da riempimento.
Giuliana Biagi

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