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“Sim fantasma? In vendita sul dark web anche a 25 euro”

(Adnkronos) – Nel dark web così come su Telegram si annida un autentico mercato nero di ‘Sim fantasma’ che, a seconda delle condizioni, del livello di anonimato garantito o del Paese di origine, vengono messe in vendita a cifre tra i 25 e i 300 euro. E’ quanto rivela all’Adnkronos Pierguido Iezzi, Strategic Business Director di Tinexta Cyber, che a pochi giorni dalla notizia dell’emendamento, presentato da FdI al ddl sicurezza sul divieto ai migranti privi di permesso di soggiorno di disporre di una Sim telefonica, spiega come funziona il traffico globale di Sim anonime. Un giro d’affari fuori dalla legge che, considerando anche i crimini collegati, “coinvolge milioni di euro”. 

 

Secondo Iezzi l’emendamento presentato dimostra “la consapevolezza dei rischi e problematiche, legate al mondo delle Sim. L’uso di Sim anonime o intestate a nominativi falsi è da sempre sfruttata da organizzazioni criminali o individui per sfuggire al tracciamento”. Sono infatti diverse le “tecniche e gli stratagemmi” per mantenere l’anonimato usando una Sim. Ad esempio, sottolinea lo Strategic Business Director di Tinexta Cyber, “l’utilizzo di Sim intestate a terzi, con persone disposte a vendere la propria identità, creando allo stesso tempo un mercato per l’acquisto di identità false. Un’altra possibilità è l’acquisto di Sim da Paesi con normative di registrazione meno stringenti, che rendono più difficile per le autorità tracciare le comunicazioni. Esiste un mercato nero di Sim fantasma acquistabili senza necessità di identificazione, spesso reperibili nel dark web o all’interno di Telegram”.  

 

“Queste Sim possibilmente non collegate a identità reali, possono essere utilizzate per attività illecite, rendendo quasi impossibile il rintracciamento degli utenti – continua – È importante notare che, come evidenziato nel prossimo report sul Dark Web di Tinexta Cyber, questo rappresenta solo una piccola parte dell’economia sommersa, che include numerose altre forme di traffico e crimine informatico che spaziano da droghe come Fentanil e Ozempic fino a carte di credito complete, credenziali di accesso a sistemi informatici, dati rubati e strumenti per attacchi informatici”. 

Le Sim possono anche essere intestate a nominativi fittizi: ciò, spiega Iezzi, “le rende particolarmente attraenti per chi desidera operare al di fuori della legge”. Vengono infatti usate, continua, “per attività illegali, come traffici illeciti, cybercrimine e frodi. La disponibilità di eSim ha ulteriormente aumentato le possibilità di anonimato, poiché l’attivazione di queste schede può avvenire completamente online, senza la necessità di fornire documentazione fisica. Questo scenario complica ulteriormente gli sforzi delle autorità nel monitorare e controllare l’uso delle comunicazioni telefoniche”.  

 

 

Ma a quanto ammonta questo giro di affari e quanto può costare una Sim di questo tipo nel mercato del web illegale? “Le Sim fantasma disponibili nel dark web possono costare tra i 25 e i 300 euro, a seconda di vari fattori. Questi fattori includono il livello di anonimato garantito, il Paese di origine della Sim e le condizioni di utilizzo. Non esistono stime precise sul giro d’affari complessivo legato a questo mercato, ma è evidente che si tratta di un settore considerevole, parte di un più ampio ecosistema di traffico di dati e identità illegali – riferisce Iezzi – Il traffico globale di Sim anonime, inclusi i crimini collegati, coinvolge milioni di euro. Questo mercato non solo alimenta attività illecite, ma rappresenta anche una sfida significativa per le forze dell’ordine, che devono affrontare un fenomeno in continua evoluzione e sempre più sofisticato”. 

Lo Strategic Business Director di Tinexta Cyber sottolinea che “le azioni per affrontare il problema dell’uso anonimo delle Sim – e in senso più ampio quello del cyber crime – sono già in corso e stanno prendendo piede grazie a un importante percorso di identificazione digitale unica, che si configura come una delle misure chiave per garantire la sicurezza di tutti i cittadini. Questo strumento innovativo, che si integra perfettamente con un processo di formazione e sensibilizzazione, è stato avviato dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), partendo dalle aziende. L’obiettivo principale di questo approccio è educare le imprese e anche i cittadini, per aumentare la consapevolezza sui rischi legati alla sicurezza digitale”.  

“È fondamentale che tutti comprendano l’importanza di proteggere i propri dati e di utilizzare strumenti di identificazione sicuri. Inoltre, questo framework di prevenzione si basa su una collaborazione internazionale di contrasto. Già quest’anno, in Italia, abbiamo assistito a un notevole impegno delle forze di polizia, che sono state protagoniste di numerose operazioni, anche su scala internazionale – continua Iezzi -. Queste operazioni hanno portato all’arresto di vere e proprie gang criminali specializzate in attività cyber, dimostrando così l’importanza di un’azione coordinata tra diversi Paesi. La lotta contro il crimine informatico richiede un approccio globale, poiché le minacce non conoscono confini. Queste azioni, che combinano tecnologia avanzata, formazione e cooperazione internazionale, stanno dimostrando l’efficacia di un approccio integrato nella lotta contro le minacce cyber”.  

“Lungimirante e puntuale anche l’azione del governo con lo stesso ddl sulla cybersicurezza del 2024 che rafforzato con numerose azioni il perimetro digitale del nostro Paese. In questa cornice, tecnologie avanzate, come i sistemi di monitoraggio e le piattaforme di Cyber Threat Intelligence giocano un ruolo cruciale nel rilevare attività sospette e nel prevenire attacchi informatici. La formazione, d’altra parte, è essenziale per garantire che le persone siano preparate a riconoscere e affrontare i rischi digitali – conclude l’esperto – . La cooperazione internazionale permette di condividere informazioni e risorse, rendendo le operazioni di contrasto più efficaci e tempestive. L’approccio integrato e multidimensionale adottato in Italia rappresenta un passo significativo verso la protezione della sicurezza digitale e contro la stessa lotta contro l’uso anonimo delle Sim”. 

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