Spettacolo

La compagnia cremonese
QU.EM. al festival di Girona

Due spettacoli a fine agosto nella prestigiosa rassegna in terra catalana. Numeri molto eloquenti, per questa ennesima trasferta verso la Spagna per uno dei festival di massimo livello del circuito internazionale del teatro amatoriale, un punto d’arrivo che di fatto rappresenta una sorta di ‘marchio’ di qualità. Giunto alla 24esima edizione, è organizzato direttamente da diversi enti pubblici della Regione Autonoma della Catalogna e ha accolto negli anni compagnie di tutto il mondo.

Una bella occasione per la compagnia cremonese QU.EM. quintelemento, che gestisce il Centro Culturale Next di via Cadolini. I candidati al festival erano oltre 190, e ne sono stati selezionati solo 20; inoltre, QU.EM. è stato anche prescelto fra i 5 che parteciperanno al FITAG Municipis, destinato alle cittadine limitrofe a Girona. La compagnia cremonese, pertanto, andrà in scena non solo il 30 agosto nello splendido teatro dell’auditorium La Mercè, ma anche a La Cellera de Ter il giorno 31.

“Siamo veramente colpiti da questo ennesimo riconoscimento – dice la regista e attrice Francesca Rizzi – Questo nostro spettacolo, «Gli altri», andrà in scena per la quindicesima, sedicesima volta, tra piazze italiane ed estere. E’ un’emozione che è davvero difficile da esprimere”. Questo dramma video-teatrale, del resto, è costruito su una suggestiva interazione fra le parti video, l’azione scenica e la musica, con una modalità che è soprattutto gestuale e visuale, più che di parola. Ed infatti, sottolinea l’attore Danio Belloni, “lo stile e queste sue caratteristiche lo hanno reso molto adatto anche per il pubblico di altre nazionalità; non a caso metà delle nostre performance le abbiamo realizzate tra Belgio, Marocco e Spagna”.

Molto apprezzati sono stati anche i contenuti del dramma, la denuncia delle conseguenze nefaste delle tante, troppe ideologie violente, intolleranti e razziste che continuano ad attraversare il mondo. “Per noi il teatro vive in una dimensione
dove l’arte è tutt’uno con l’etica – conclude Paolo Ascagni – Noi non crediamo nell’intrattenimento fine a sé stesso; noi, con i nostri spettacoli e laboratori, vogliamo essere strumento ed occasione di riflessione e di libero pensiero. Ed il pubblico questo lo
capisce e lo apprezza”.

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