Politica

No all'autonomia differenziata
Se n'è parlato alla festa dell'Unità

Si è parlato di autonomia differenziata, venerdì sera alla festa dell’Unità, con il segretario provinciale del Pd Vittore Soldo, il segretario di Sinistra Italiana Paolo Losco e Maria Teresa Perin della segreteria provinciale CGIL, sigla che fa parte del comitato promotore del referendum per l’abrogazione della legge voluta dalla Lega. Un raggruppamento trasversale che va dall’Arci a Pax Christi, da Libera alle Acli e che con il buon andamento delle  firme online (quasi 500mila) ha la quasi certezza di raggiungere il numero di sottoscrizioni necessario per poi indire la consultazione popolare. Ma poi portare la gente alle urne – è stato detto da Perin e Losco – sarà un problema non da poco se si guarda alla disaffezione degli italiani per la politica dimostrata alle ultime elezioni. Più fiducioso sul fatto di poter intercettare una vasta platea su temi che hanno a che fare con la vita di ognuno, è invece Soldo.

La legge sull’autonomia differenziata, entrata in vigore a giugno,  è “velenosa”, ha detto Perin, e consente alle Regioni che lo richiedono di legiferare fin da ora su 9 materie per cui non sono previsti i “lep”, livelli essenziali di prestazioni, che devono invece essere definiti entro 24 mesi dall’entrata in vigore del testo. Tra queste nove materie, la protezione civile, ma anche istruzione, sanità, salute e sicurezza. “Se non abroghiamo questa legge – ha detto la sindacalista – si verrà a creare una forma di concorrenza sleale tra le regioni. Già oggi c’è una migrazione da sud a nord per lavori nel settore pubblico come istruzione o sanità. Già ora regioni ricche come la Lombardia offrono benefit e stipendi più alti.  Con questa legge che dà la possibilità alle Regioni di decidere come assumere personale e quanto pagarlo, si torna a qualcosa di simile alle gabbie salariali e si svilisce la contrattazione collettiva”.

“Questa riforma creerà 20 piccoli staterelli che su importanti capitoli faranno quello che vogliono“, ha aggiunto Losco. “Aumenteranno le differenze tra Regioni più o meno produttive, anche se regioni produttive come la Lombardia hanno ampiamente dimostrato di non essere in grado di gestire un’emergenza sanitaria come il Covid.
Già adesso la Lombardia fa quello che vuole in tema di rapporti coi privati, proprio nella sanitá, figuriamoci cosa potrà fare legiferando in materia. E per l’istruzione si potrebbe arrivare a 20 regioni con 20 programmi scolastici diversi.
Quanto ai salari – in Italia i più bassi d’Europa – non sarà l’autonomia differenziata a rialzarli, perchè come può un Paese spezzettato e con tante legislazioni su materie importanti, essere competitivo a livello sovranazionale?”

“Questa riforma è una svendita dei valori di solidarietà contenuti nella nostra Costituzione per un mero scambio elettorale interno ai partiti del Governo”, ha aggiunto il segretario di  Sinistra Italiana. In pratica, autonomia che è una bandiera della Lega in cambio del sostegno al presidenzialismo a cui mira FDI.

Soldo ha poi ricordato come non solo i partiti del centrosinistra e il vasto mondo dell’associazionismo  vedano molti pericoli nella legge ma anche Banca d’Italia e Commissione UE. Perdita di controllo sui conti pubblici, concorrenza sleale tra lavoratori pagati di più e di meno a seconda della regione, rischio che lo Stato sfori il patto di stabilità che tornerà operativo con il 2026. “Anche il piano energetico sarà delegato, e se c’è un tema legato alla geopolitica e ad una capacità contrattuale almeno nazionale, è proprio quello energetico, a sua volta strettamente legato a quello ambientale”. Con l’autonomia si potrebbe avere una regione che punta tutto sul fotovoltaico e un’altra che vira verso il carbone o il nucleare, ma in generale ulteriori frammentazioni nelle scelte di politica economica indebolirebbero ancora di più il Paese e anche la ricca Lombardia, sulla scena internazionale.

“Sull’ambiente – ha aggiunto Soldo – stiamo scontando la spinta produttiva dei decenni precedenti, pensiamo all’eredità che ci ha lasciato Tamoil. La Lombardia che è una regione ricca dovrebbe garantire il massimo benessere e invece è la più inquinata d’Italia, forse d’Europa. Abbiamo ‘passività ambientali’ per risolvere le quali occorrono obiettivi nazionali”.

No all’autonomia differenziata, infine, come base di lavoro per costruire un’alternativa al governo delle destre, tema su cui Pd e Alleanza Verdi Sinistra stanno lavorando in vista delle prossime scadenze elettorali (regionali di Veneto e Campania) nemmeno troppo lontane, tra aprile e giugno 2025 quando potrebbe svolgersi anche il referendum. gb

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