Economia

Confagricoltura, Giansanti:
"Serve nuovo modello agricolo"

Massimiliano Giansanti
Assemblea estiva di Confagricoltura, martedì a Milano, in un luogo considerato iconico dal presidente Massimiliano Giansanti: la sede della borsa italiana, “simbolo economico e finanziario del paese e l’agroindustria oggi è il primo comparto economico italiano”.
“Oggi è necessario costruire un nuovo modello agricolo – ha spiegato Giansanti – con un progetto innovativo. Cinque anni fa avevamo fatto le nostre proposte ma non siano stati ascoltati. Bisogna ripartire, dare centralità, sviluppo e valore agli agricoltori europei. Abbiamo necessità di avere certezze sulla qualità, sull’ambiente, su acqua e suolo. Negli ultimi cinque anni è cambiato il mondo, la Pac del 2019 ha fallito. Ci è stato chiesto di produrre di meno a vantaggio di altri paesi: la Russia è il maggior esportatore di cereali e la Cina detiene la maggior parte delle scorte mondiali”.

L’agricoltura europea deve rialzare la testa senza che venga accusata di inquinare, e per fare questo ci vuole una casa comune, non un condominio disorganizzato.

“Abbiamo dei modelli che vengono copiati ed invidiati ovunque, ha proseguito Giansanti. E’ necessario costruire un mercato con regole pari e uguali per tutti all’interno dell’Unione europea senza privilegi che derivino da aiuti di Stato e che alimentano una concorrenza interna tra i paesi europei. E’ necessario avere regole pragmatiche. Per questo vogliamo una Pac diversa: giusto prezzo agli agricoltori, ai consumatori e sicurezza dell’approvvigionamento alimentare. La Pac è nata 60 anni fa con questi obiettivi, che ancora non sono stati conseguiti del tutto. Il primo ed il secondo pilastro devono essere destinate all’agricoltura, per le politiche ambientali ci vuole un terzo pilastro con risorse che non vengano sottratte a quelle destinate all’agricoltura”.

Il presidente confederale ha poi toccato il tema dell’agroindustria: “Ci vogliono nuovi progetti che creino valore per le imprese e valore aggiunto per l’intero comparto. E’ necessario valorizzare il settore agroindustriale e le imprese vocate al mercato. La bilancia commerciale dell’agro industria alimentare italiana è ancora negativa, per 13 miliardi di euro, su di un totale di 83, ne sviluppiamo solo per un valore di 70 miliardi di euro. Possiamo e dobbiamo riappropriarci di questo ruolo. E per questo ci serve sviluppare sinergie con l’industria di trasformazione. Il tessuto produttivo agricolo è fatto per l’83% di  piccole e medie imprese e solo il 17% da imprese grandi. Il progetto Mediterranea nasce per fare emergere la cultura mediterranea del cibo e della nostra agricoltura, nasce per costruire e valorizzare filiere a partire dalla produzione agricola primaria e per strutturare la fornitura di materia prima all’industria con l’adozione di modelli che devono fare crescere il paese”.

Sotto questo aspetto Giansanti ha ringraziato pubblicamente il ministro dell’agricoltura Lollobrigida per lo stanziamento di 32 milioni di euro proprio sul progetto delle filiere.

Infine, un forte messaggio indirizzato all’Unione europea: “L’Italia è la terza potenza economica della Ue, meritiamo una vicepresidente ed una delega forte cosi come un commissario all’agricoltura all’altezza della situazione e in grado di adeguare la politica agricola europea alla situazione economica e sociale che si prospetta sul piano interno ed internazionale”.

 

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