Politica

Centro e periferia, ecco dove si
gioca la sfida Virgilio-Portesani

Un'analisi dell'andamento del voto nelle 76 sezioni elettorali della città di Cremona.

Le ultime elezioni comunali vedono il sostanziale pareggio tra Alessandro Portesani e Andrea Virgilio, quest’ultimo distanziato di poche centinaia di voti.

Persistente la riduzione del numero dei votanti che, rispetto alla precedente tornata amministrativa, vede un calo dell’ 8,5% nell’affluenza ai seggi (67,19%-58,7%). Un dato preoccupante che potrebbe, al ballottaggio, scendere al di sotto della soglia del 50%, rendendo puramente tecnica ma non più quantitativa la percezione di rappresentare la maggioranza degli elettori.

La seconda considerazione riguarda la distribuzione del voto fra le 76 sezioni in cui è ripartito il territorio cittadino. Che rivela, in maniera plastica, un orientamento politico che negli ultimi decenni ha modificato radicalmente la geografia politica del passato.
Accanto alla dicotomia fra città e campagna, con la prima storicamente propensa al
campo progressista, negli ultimi tempi si è sviluppata una sorta di discrasia fra il centro delle città e le zone poste invece in periferia. Un totale ribaltamento di posizioni rispetto all’andamento registrato nell’ultimo secolo.

COME SI E’ DISTRIBUITO IL VOTO NELLE SEZIONI ELETTORALI DI CREMONA
In alcuni casi gli scostamenti tra i due candidati più votati, Portesani (in azzurro) e Virgilio (in rosso) sono minimi

In azzurro le sezioni elettorali che hanno visto prevalere il centrodestra; in rosso il centrosinistra

 

Il comparto periferico, dove il candidato del centrodestra ha ottenuto una prevalenza di consensi, costituisce, di fatto, il territorio un tempo facente capo all’ex comune del Due Miglia, aggregato nel 1920 al Comune di Cremona. In termini elettorali quei territori, divisi in sei quartieri principali, esprimevano, come ad esempio nel 1920, un consenso a livello “bulgaro” verso i candidati socialisti; un’indicazione che è rimasta anche nel secondo dopoguerra e nei decenni caratterizzati dallo sviluppo economico.

I nuovi quartieri sorti a Cremona in quei frangenti accoglievano in gran parte cittadini provenienti
dalla campagna attratti dalle nuove opportunità lavorative che i centri maggiori potevano offrire. Il
loro orientamento politico risultava prevalente verso le compagini di sinistra mentre il centro
cittadino appariva quasi incontrastato dominio dei partiti moderati.

Ai giorni nostri la situazione si è ribaltata; la popolazione dei quartieri periferici è spesso invecchiata ed ora esprime una propensione maggiore verso il voto moderato; la stessa conformazione urbanistico-residenziale si è sensibilmente modificata affiancando all’iniziale edilizia popolare un tessuto abitativo di profilo superiore.

Le periferie poi soffrono e manifestano spesso una reale o supposta minor attenzione loro riservata dalle amministrazioni cittadine; sono inoltre caratterizzate dalla convivenza tra persone di diversa provenienza, possibile causa di tensioni.

Nelle ultime tornate elettorali l’indole politica dei quartieri esterni della città si è sempre più orientata verso posizioni prossime ai partiti di centrodestra; questa area politica notoriamente soffre l’ingresso nelle città. La sua forza elettorale si manifesta infatti con indici maggiori nei piccoli centri abitati; il suo riscontro nei capoluoghi di provincia o nei centri principali si attenua notevolmente; persino nel 2019, in occasione dell’exploit della Lega a trazione salviniana, il centrodestra ha visto contrarsi in maniera significativa il proprio consenso fra le mura cittadine, frutto forse anche di qualche mal di pancia in tema di candidature. Tutto ciò ha penalizzato l’esponente proposto  dal centrodestra.

Anche in occasione delle recenti elezioni si è riproposto, un po’ mitigato, lo stesso meccanismo. Se gli elettori del centrodestra avessero infatti travasato in automatico il voto europeo al comparto comunale il loro candidato (Portesani) si sarebbe imposto al primo turno. La presenza di due compagini, capeggiate da Maria Vittoria Ceraso (centro) e da Giovetti (centrodestra) ha sicuramente prodotto un notevole danno al risultato finale conseguito da Portesani.

Il risultato conseguito specie da Ceraso, abbinato a quello di Giovetti, ha impedito a Portesani di distanziare l’avversario in modo più significativo.

Nelle varie sezioni facenti capo alla scuola Monteverdi, come anche a Bagnara o a Cavatigozzi,  Ceraso ha raccolto brillanti risultati concorrenziali al candidato del centrodestra; in parecchi seggi Portesani risulta sensibilmente in vantaggio mentre in altri è riuscito ad avvicinarsi all’avversario.

La quantità di consensi raccolta dal candidato del centrosinistra rispetto all’ultima tornata
Galimberti segnala una riduzione di voti spalmata su quasi tutte le sezioni presenti; il focus di attenzione è rivolto in specie alle roccaforti storiche del campo progressista. Nelle sezioni riferite ai plessi della Monteverdi, dell’Itis, della Stradivari nonché in particolare della Mazzolari, Virgilio vede assottigliarsi il notevole bagaglio di voti che in passato quelle zone garantivano al centrosinistra. Persino la sezione 41 della Mazzolari, dove Galimberti nel ’19 al ballottaggio ha ottenuto il miglior risultato (66.3%), oggi presenta una distanza minima fra i due candidati. La partita in gioco risulta quindi assai combattuta e aperta ad ogni scenario.

Il ballottaggio: una vera e propria incognita che potrebbe risultare influenzata da diversi fattori. La prima situazione è legata all’aspetto temporale del secondo turno; una data molto “alta” e pertanto condizionata dal diversivo che le mete turistiche o balneari potrebbero esercitare su una parte dell’elettorato fino ad ora scoraggiato a muoversi dalle bizze meteorologiche di questa anomalo avvio di stagione estiva.

Cinque anni fa fra il primo ed il secondo turno (9 giugno) si realizzò una marcata riduzione di affluenza ai seggi (- 11,7%) che penalizzò il candidato (Malvezzi) intento a rimontare lo svantaggio iniziale. In quella occasione il sindaco uscente ha irrobustito leggermente il suo bacino di consensi; al secondo turno la forbice fra i due contendenti era ancor più che raddoppiata (1753-3665). Il candidato del centrodestra è risultato vincente in sole sette sezioni cittadine ; Vacchelli (sez. 7), Monteverdi (20), S.Ambrogio (30), Aporti (53), Bagnara (62), Boschetto (67) e Maristella (73).
La seconda incognita al momento appare quella legata alla possibilità di eventuali apparentamenti esercitati dalle compagini escluse dal ballottaggio; una eventualità, quest’ultima, che, in attesa di un pronunciamento ufficiale, potrebbe, in teoria, interessare più il campo del centrodestra. Anche se in politica spesso le somme non sono materia scientifica ma soggette a variabili difficili da gestire a tavolino.

Fabrizio Superti

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