Politica

Editoriale. Vicino e lontano
nell’orizzonte della Comunità

Scegliere chi ci deve guidare, dentro il comune o in Europa, chiede un impegno a prendersi cura, a immaginare un tempo dove tornare ad essere protagonisti.

Così vicino, così lontano. A pensarci sono i due poli della doppia chiamata alle urne di sabato e domenica. Un voto, quello per le Europee e per le Amministrative, al quale arriviamo al termine di campagna elettorale dalle molte facce, dalle molte voci, dalle molte note stonate. Vicino e lontano, nel tempo della comunicazione globale che vive del tutto e subito, sono concetti complessi da definire.

Vicino è il Comune dove viviamo, la nostra comunità. In provincia di Cremona sono 86 le amministrazioni che verranno rinnovate. Tra queste c’è Cremona, la città capoluogo; manca San Daniele Po dove nessuno si è messo in corsa. Vicino a noi ci sono i problemi e le opportunità dei territori sui quali vivono le nostre comunità. È giusto focalizzarsi sulla prossimità: un contesto urbano che non ci piace, servizi da ripensare, un futuro da costruire ci appaiono prossimi. Sono prossimi.

Vicino e lontano. Eppure qualche volta, il nostro coinvolgimento, la nostra attenzione alla comunità si ferma alla percezione, non entra dentro le questioni, non ci vede partecipi alla loro soluzione. Ci fa lontani. 
Lontano, nel percepito, è tutto ciò che non ci tocca direttamente; meglio: che non dipende da noi, qualcosa sul quale non possiamo intervenire. L’Europa è lontana. Bruxelles sono norme rigide dentro le quali spesso non ci ritroviamo, decisioni che ci appaiono calate dall’alto. E la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo non ha aiutato a cambiare questa percezione. È stata una campagna tutta
in chiave nazionale, tesa al posizionamento dei singoli partiti e delle singole leadership.

Vicino e lontano. Eppure le scelte dell’Europa determinano parte delle cose che possiamo fare; parte delle decisioni che è chiamato ad assumere il sindaco del nostro paese, della nostra città. Finanziamenti, regole, direttive che segnano una strada, su tutte quella della transizione energetica. L’Europa è molto vicina, terribilmente vicina.

Tutto è vicino, anche quello che ci appare lontano. Tutto può diventare lontano, anche quello che ci capita fuori casa. Nel tempo dell’infosfera, dell’informazione globale, del rumore di fondo dove tutto ci appare uguale, dobbiamo avere il coraggio (sì, il coraggio) di fermarci e guardarci dentro. La speranza, che è tanta parte della voglia di futuro e della fiducia che la deve sostenere, vive e si radica dentro la voglia di esserci. Con il voto – non sono arrivato qui per dirvi che votare è importante e che l’astensionismo ha un costo, lo sapete già – ma soprattutto con il tornare a prenderci cura. Di che cosa? Di chi? Non servono consigli, indicazioni.
Ognuno di noi se trova un momento per fermarsi, per camminare in silenzio dentro i borghi e le città meravigliose che abbiamo ereditato, nella calma del Grande Fiume, lo sa. Sa quali sono le persone che valgono, quelle che vorrebbe accanto per provare a costruire futuro. Il futuro del proprio comune o dell’Europa.
Vicino e lontano vivono dentro lo stesso orizzonte. Tocca a noi, tocca a chi scegliamo come guida dei nostri comuni o del grande contesto europeo provare a portarli a unità. Sapendo che la sfida è la fatica quotidiana necessaria a creare il tessuto connettivo che ci consente di essere rete, di fare sistema, di essere protagonisti. Nei paesi, nelle città, in Europa.

Lucio Dall’Angelo

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