Politica

Sicurezza tra realtà e percezione
Si accende la campagna elettorale

Quarta serie di domande ai candidati che si sfidano a Cremona l'8 e il 9 giugno, dopo Rigenerazione Urbana, Welfare e Cultura

La sicurezza vive di dati reali (dato oggettivo: in calo sia delitti che denunce) e di percepito. Il primo tema è in capo ad autorità di pubblica sicurezza, ma certo l’Amministrazione può mettersi in campo, ad esempio nel presidio del territorio. Cosa fare, dove farlo, con quali risorse. Come far percepire la sicurezza ai cittadini.

1- Gli ultimi report sulla sicurezza evidenziano come Cremona sia una città sostanzialmente sicura, sebbene nel 2023 i reati siano aumentati del 17% rispetto all’anno prima. Tuttavia da parte dei cittadini c’è una percezione piuttosto diversa, dovuta probabilmente ai tanti episodi di microcriminalità che si verificano costantemente: come pensa di intervenire, in caso venga eletto, per incrementare tale percezione?
Maria Vittoria Ceraso. Quando in un quartiere si lasciano accumulare segni di disordine sociale e fisico e si indeboliscono i meccanismi di controllo informale, aumenta la delinquenza, crolla il mercato immobiliare, chi può va a vivere altrove, alimentando ulteriormente l’abbandono e il disordine. Per far sentire i cittadini più sicuri è necessario agire sulla riqualificazione e potenziamento della fruibilità dei luoghi pubblici (spazi gioco o sportivi per i bambini, arredi, panchine) e su un maggior presidio (vigile di quartiere e videosorveglianza).

Ferruccio Giovetti. Per permettere ai cittadini di vivere ed usufruire della città e dei suoi servizi in piena libertà e tranquillità è necessario tutelare e garantire la loro sicurezza mediante l’attività di prevenzione, di controllo del territorio e di repressione della microcriminalità e delle baby gang, attraverso il coordinamento di tutte le forze dell’ordine presenti sul territorio per ottenere risultati più impattanti e duraturi. Inoltre desideriamo incrementare le forze di Polizia Municipale attraverso l’assunzione di nuovi agenti e il potenziamento dei mezzi e delle infrastrutture a loro disposizione; prevediamo l’installazione di impianti di videosorveglianza per monitorare e dissuadere azioni di microcriminalità e di atti vandalici, anche nei parchi pubblici cittadini. Infine vogliamo potenziare l’illuminazione pubblica, in particolare nelle aree scarsamente illuminate e poco frequentate

Alessandro Portesani. Il fatto che comunque i reati siano in aumento sfata la narrazione di Cremona città sicura che questo centrosinistra che governa la città da dieci anni continua a contrabbandare. Peggio. Mi chiedo perché tutte le azioni che il candidato Virgilio dice di voler fare, non le fatte nel decennio in cui è stato in Giunta con il sindaco uscente Galimberti.  Il tema della percezione è fondamentale. Gruppi di ragazzi che scorrazzano in atteggiamenti non consoni danno quel senso di insicurezza che è comune a molti cittadini. Bisogna dimostrare controllo del territorio senza arrivare alla militarizzazione della città. Proponiamo: immediato ripristino dell’organico della polizia municipale; più stretto collegamento con prefettura e questura; aggiornamento continuo con Comitato per l’ordine pubblico; incremento dei vigili di quartiere, almeno 2; personale ausiliario per altre funzioni di carattere sociale. Reale applicazione del daspo urbano con adeguata formazione degli operatori.

Andrea Virgilio. I Comuni sono a supporto delle forze dell’ordine. È dunque fondamentale che lo Stato assicuri le risorse umane necessarie per il presidio del territorio. La polizia locale svolge un ruolo importante di presenza, di accompagnamento rispetto ad alcuni contesti: occorre dunque aumentare l’organico di questo settore del Comune, ma anche proseguire nella riqualificazione degli spazi pubblici, perchè anche la rigenerazione urbana può essere una leva per agire sul senso di sicurezza percepita dal cittadino. Serve inoltre un ulteriore investimento per prevenire situazioni di degrado urbano.

Paola Tacchini. Il controllo del territorio è fondamentale, partendo dai comitati di quartiere e dai Controlli di vicinato che vanno promossi ed implementati, in modo che diventino una rete immediata di messaggi e segnalazioni alla prima avvisaglia di pericolo o situazione critica. Vanno implementate le aree di illuminazione pubblica e le videocamere che hanno il potere di essere un deterrente. Molto importante è tenere dei momenti di incontro sia con le categorie degli anziani, spesso vittime di truffe, sia nelle scuole con campagne informative su come reagire davanti ad atteggiamenti di bullismo o vandalici.

Angelo Frigoli. La percezione errata, a livello locale e nazionale, riguardo il problema sicurezza, è fomentata dalle strumentali campagne politiche e di stampa portate avanti dalla destra al governo e non solo. Allo stesso tempo i partiti maggiori nulla dicono o fanno per combattere la grande criminalità, che in molti casi utilizza canali legali, come banche, finanziarie ecc, per regolarizzare somme ottenute illegalmente. Questa percezione si può modificare creando una città più accogliente e inclusiva soprattutto per chi è messo ai margini del sistema economico perché non è ritenuto idoneo a creare profitto per la borghesia.

2- Tra le problematiche più evidenti sul nostro territorio, come recentemente evidenziato dal questore durante la Festa della Polizia, vi è la violenza di genere, da lui definita come la vera emergenza. Soprattutto in ambito domestico. In questo senso, importante è l’attività di sensibilizzazione al tema che le stesse forze dell’ordine portano costantemente avanti. D’altro canto il Comune ha un osservatorio privilegiato, attraverso i servizi sociali. Cosa può fare la politica contro questo fenomeno?
Maria Vittoria Ceraso. Promuovere una cultura delle pari opportunità tra uomini e donne può contribuire in maniera significativa a combattere il fenomeno della violenza sulle donne attraverso attività di sensibilizzazione, promozione, solidarietà e rispetto. Per poter agire in questo senso è necessario misurare l’equità di genere nella nostra città fotografando la realtà della quotidianità dell’operare delle donne introducendo lo strumento della statistica di genere che può permettere a chi amministra una corretta valutazione delle politiche da mettere in campo.

Ferruccio Giovetti. Desideriamo effettuare un riassetto dei servizi sociali per agevolare l’accesso al punto di ascolto da parte della cittadinanza e conseguente velocizzazione della presa in carico del singolo, quindi un intervento più tempestivo in caso di una violenza di genere. Implementando la collaborazione e il coordinamento tra le Forze dell’Ordine e Polizia Municipale per il controllo e sorveglianza del territorio  può aiutare nella prevenzione di ogni sorta di crimine. A livello territoriale esistono già progetti didattici quali ‘A scuola contro la violenza sulle donne’, tra Liceo Sofonisba Anguissola di Cremona e Regione Lombardia. L’Amministrazione oltre a supportare iniziative di tale portata, può lavorare con il personale interno per essere un valido aiuto per la gestione dell’emergenza e dell’urgenza della violenza domestica.

Alessandro Portesani. Anche qui devo far notare come il centrosinistra si sia dimostrato assolutamente miope. Vogliamo potenziare lo speciale nucleo della Polizia Municipale che si occupa di questo genere di reato. La figura del vigile è sicuramente più familiare per chi subisce un reato domestico e invita a una collaborazione più fattiva. Purtroppo pur essendoci degli operatori molto preparati nel nucleo anche se pochi, l’assessore alla partita, non ha hai mai fatto conoscere questa attività che a mio avviso, è fondamentale. Una gravissima colpa e lacuna. All’aspetto legale, va accompagnato naturalmente, quello sociale. L’amministrazione potenzierà quella rete di assistenti sociali che possano intervenire nei tempi corretti perché situazioni di grave degrado non si trasformino poi in reati penali.

Andrea Virgilio. E’ necessario sostenere i centri antiviolenza e tutte quelle realtà che operano nella direzione del contrasto alla violenza di genere. Per perseguire questo obiettivo è fondamentale valorizzare quella rete che agisce per prevenire queste situazioni spesso nascoste anche dentro alle dinamiche familiari. I servizi sociali in questo devono avere un ruolo di regia importante, in collaborazione con le associazioni che si spendono in attività di prevenzione, presa in carico e sensibilizzazione sul territorio.

Paola Tacchini. La violenza di genere, soprattutto tra le mura domestiche, va per prima cosa riconosciuta e segnalata da chi ne è la vittima. Purtroppo molte volte sono le persone esterne che se ne accorgono. Il comune deve poter tenere degli incontri formativi dalle scuole medie in su che portino l’argomento dell’uguaglianza, dei diritti di genere, del diritto ad essere rispettati, istituendo anche dei percorsi con personale specializzato, (medici, psicologi, terapeuti) che affianchino chi ha già subito la violenza o il sopruso, aiutando le vittime anche da un punto di vista legale, fornendo anche nei casi più gravi un centro di accoglienza temporaneo.

Angelo Frigoli. La violenza contro le donne, così come quella contro omossessuali e transessuali, è fomentata dal capitale per dividere la classe lavoratrice. Un primo passo da compiere è quello di fare investimenti pubblici per sgravare, in primis le donne lavoratrici dall’oppressione del lavoro domestico e di cura.
Servono mense, lavanderie, servizi di pulizia della casa pubblici e gratuiti per i lavoratori. Così come servono asili nido e strutture sanitarie accessibili a tutti per far sì che il percorso di crescita dei bambini e la cura degli anziani sia un compito a carico della società e non dei singoli.
I lavoratori maschi devono essere consapevoli di avere un nemico comune con la parte della classe operaia che ha un genere o inclinazione sessuale differente: il capitalismo e la borghesia. Sconfiggendole si sconfiggerà anche la violenza di genere.

3- Sul totale complessivo dei reati, il 51% sono quelli contro il patrimonio, e in particolare furti. Un fenomeno di questo tipo è spesso legato a forme di disagio sociale, soprattutto considerando che per la maggior parte si tratta di piccoli furti commessi da singoli, e non di colpi organizzate da bande criminali. In che modo il Comune può intervenire su tali forme di disagio, al fine di ridurre la microcriminalità?
Maria Vittoria Ceraso. Sul welfare è necessario mettere a sistema risorse e bisogni. Sempre più spesso infatti chi si rivolge ai servizi sociali per situazioni legate a necessità che si manifestano in maniera improvvisa per perdita del lavoro o crisi famigliare (pagamento di bollette, buoni alimentari, bisogni assistenziali) non trova risposte tempestive e adeguate a cui molte volte sopperiscono le associazioni di volontariato  rispetto alle quali è necessario attivare un miglior coordinamento per garantire interventi più efficaci anche per prevenire la microcriminalità.

Ferruccio Giovetti. La presa in carico in modo più tempestivo del singolo da parte dei servizi sociali, è un punto di partenza. Azione congiunta e coordinamento tra le Forze dell’Ordine e Polizia Municipale. Vogliamo passare dagli attuali 4 milioni a sei milioni di euro sul capitolo di bilancio della sicurezza, questo significa avere anche la possibilità di potenziare il corpo della polizia locale e i mezzi e le infrastrutture a loro disposizione. Inoltre prevediamo  la creazione di uno sportello di quartiere dove ci sia un agente presente per almeno 16 ore al giorno, oltre a volontari o personale del Comune che facciano da tramite tra i cittadini e l’Amministrazione. La presenza di una divisa può essere un deterrente per i malintenzionati. 

Alessandro Portesani. Il reato di furto è legato al controllo del territorio. A supporto dell’attività istituzionale ci può essere un’attività sussidiaria con i cittadini e le stesse situazioni. Abbiamo, come centrodestra, pensato a questi strumenti: l’utilizzo della chat tra i comitati di quartiere e la polizia locale per le segnalazioni di situazioni di rischio; la promozione del “controllo di vicinato”, strumento di partecipazione diretta dei cittadini che prevede la collaborazione fra questi ultimi – anche esercenti – e le Forze di Polizia; protocollo d’intesa tra Prefettura e Comune che promuova il  “controllo di vicinato” su situazioni pregiudizievoli per l’ordine pubblico e il decoro urbano. Vogliamo promuovere una conferenza permanente partecipata da: Presidenti dei Comitati di Quartiere; rappresentanti dei servizi specialistici per le dipendenze; associazioni artigiane, commercianti ed esercenti; e istituti scolastici.

Andrea Virgilio. Alcune fra le priorità dei prossimi cinque anni saranno: potenziare l’organico della Polizia Locale che dovrà raggiungere le 90 unità e aumentare la prossimità e la presenza nei quartieri anche attraverso un servizio specifico di unità mobile, con il compito di monitorare il territorio nelle zone più esposte a criticità. In piazza Roma garantiremo un presidio costante della polizia locale, che usufruirà della cosiddetta “casetta del custode”. La fascia serale di servizio inoltre dovrà essere estesa. Vogliamo investire maggiormente nelle nuove tecnologie e il sistema di videosorveglianza deve essere potenziato con nuovi punti di osservazione. C’è però un tema che non va trascurato: il centrodestra cremonese spesso alimenta allarmismi e paure, nel frattempo sia la regione sia il governo non garantiscono ai comuni le risorse necessarie da destinare alla polizia locale.

Paola Tacchini. Il problema dei micro furti, è spesso legato a situazioni di forte disagio sociale o estrema povertà. Anche se nulla può giustificare un reato, il comune, supportato da chi risiede nei quartieri, come i comitati, può cercare di intervenire in casi di gravi difficoltà economiche con dei tentativi di inserimento nel mondo del lavoro, ove possibile o affiancando delle reti sociali che subentrino soprattutto con le figure più fragili, anziani, malati, invalidi, bambini. Questo vale anche per le persone immigrate in attesa di regolarizzazione. Sul fronte dei diritti, il comune deve sempre attuare politiche antidiscriminatorie.

Angelo Frigoli. Una società fondata sullo sfruttamento, che fa lavorare persone che poi non possono acquistare i prodotti del loro lavoro, fomenta gli episodi di piccola criminalità. Così come il fatto, ricordato prima, che persone non ritenute idonee a produrre profitto per il capitale siano buttate ai margini della società, senza un lavoro, un tetto sotto il quale ripararsi, crea le condizioni perché questi soggetti siano spinte a vivere di espedienti. Strutture di accoglienza pubbliche, supporto psicologico per curare i disagi creati da questa società, sono primi passi necessari.

4- Sempre secondo gli ultimi dati forniti dal Questore, sono in aumento anche i reati legati ad episodi di violenza, come aggressioni, risse e percosse. Episodi che spesso si verificano nelle strade cittadine, incrementando la percezione di insicurezza. Come mettere un freno al fenomeno?
Maria Vittoria Ceraso.
Rispetto al contrasto alla criminalità e la tutela dell’ordine pubblico le risposte sono soprattutto in capo allo Stato centrale, attraverso le forze di polizia e l’amministrazione della giustizia, per quanto riguarda la punibilità e la certezza della pena, problema, questo, particolarmente avvertito dai cittadini. Aumentare i presidi fissi, anche interforze, in luoghi specifici della città, progetti di mediazione dei conflitti e di mediazione interculturale potrebbero contribuire ad arginare il fenomeno.

Ferruccio Giovetti. Potenziare la presenza di una divisa, dell’illuminazione pubblica e l’installazione di impianti di videosorveglianza anche nei parchi pubblici cittadini. La presenza della polizia municipale in modo più capillare e la collaborazione con le forze dell’ordine può aiutare ad arginare il fenomeno delle aggressioni, risse e percosse. Lavoreremo in direzione della tutela di autisti e passeggeri sui mezzi di trasporto pubblico, con riqualificazione dell’area di autostazione. La percezione di insicurezza non permette di vivere serenamente il contesto cittadino, quindi è necessario che i cremonesi tornino a sentirsi tranquilli in casa loro o per le strade della città.

Alessandro Portesani. Sono tutti episodi che, per la maggior parte, si verificano nelle ore notturne. Faccio un esempio. I cittadini segnalano continuamente fatti di questo genere accanto ai distributori automatici di bevande: uno su tutti quello tra via Monteverdi e piazza Marconi. Quindi si deve applicare immediatamente la limitazione orari apertura distributori automatici di cibi e bevande nelle ore notturne. Provvedimento da accompagnare al contrasto alla vendita abusiva di prodotti contraffatti.  Potenziamento e la riprogettazione del sistema di illuminazione urbana. Varchi elettronici che consentono la registrazione delle targhe dei veicoli e l’individuazione di movimenti sospetti. L’ attività di monitoraggio si realizza mediante una integrazione interforze.

Andrea Virgilio. La collaborazione con le forze dell’ordine è fondamentale per garantire il presidio del territorio: noi proponiamo anche l’avvio di un tavolo della notte, con la presenza dei diversi attori che operano nella città in questa fascia oraria o che possono in qualche modo essere coinvolti in un controllo del territorio: forze dell’ordine, polizia locale, esercenti, comitati di quartiere, figure educative ecc.

Paola Tacchini.  Per quanto riguarda la violenza, di qualunque genere, va subito denunciata, e ogni cittadino deve sentirsi tutelato nel momento che chiede un pronto intervento per segnalare una rissa o una aggressione. Naturalmente è fondamentale poter aumentare il numero di agenti delle forze dell’ordine, e soprattutto fare in modo che possano girare maggiormente sul territorio, compresi i parchi pubblici. Parlando con i cittadini e chiedendo le loro esigenze, soprattutto dai giovani ce lo siamo sentiti chiedere.

5- Altro comparto che richiede attenzione, è quello dei minorenni, che sempre più spesso si rendono protagonisti di furti, risse o addirittura piccole rapine. Tale fenomeno che fa emergere un problema non indifferente di educazione, che va affrontato senza dubbio a livello familiare, ma anche in tutti gli altri ambiti educativi. In che modo?
Maria Vittoria Ceraso. L’abbandono scolastico (soprattutto nel biennio delle superiori) e l’impossibilità di inserirsi nel modo del lavoro aumentano il fenomeno del disagio giovanile. E’ necessario investire  sull’orientamento scolastico e la formazione. Non dobbiamo inoltre lasciare soli gli oratori ed i quartieri ma è necessario investire sull’informalità, potenziando i servizi extra-scolastici con figure educative e non solo volontarie per i ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado con una particolare attenzione per la fascia d’età 14-16 anni.

Ferruccio Giovetti. Sembra ripetitivo ma non lo è;  il nostro punto di partenza è sempre il medesimo: il confronto. Questo perché dal dialogo con Enti, Scuole e famiglie possiamo apprendere le necessità reali e lavorare nella direzione adeguata. Promozione di incontri sulla legalità e contrasto al bullismo nelle scuole, anche interagendo con oratori e associazioni sportive. Il controllo del territorio è un altro punto cardine, per porre in essere azioni opportune sia per combattere la microcriminalità giovanile, sia per offrire alle nuove generazioni un’opportunità per cambiare direzione e uscire da un impasse illegale. Educare e rieducare è un binomio che deve essere impiegato senza sosta, per aiutare i nostri giovani a percorrere la strada giusta a livello esistenziale.

Alessandro Portesani. Promozione di una Consulta che preveda la presenza anche di istituti scolastici. Questo è fondamentale per capire le gravi criticità del mondo studentesco e giovanile soprattutto dopo l’era Covid. Come provvedimento immediato, in accordo con le categorie dei pubblici esercenti, serve sensibilizzare gli operatori a una cultura di contrasto alla somministrazione di alcolici ai minori, prevedendo anche attività di monitoraggio periodico da parte della Polizia Locale. Molti minorenni compiono reati sui mezzi pubblici che utilizzano per raggiungere le scuole. Si prevede sui mezzi l’installazione di sistemi di allarme geolocalizzati da remoto, funzionali alle richieste di intervento da parte degli autisti.

Andrea Virgilio. Nel nostro programma abbiamo deciso di istituire in alcuni quartieri della città progretti di educativa di strada che hanno come obiettivo quello di favorire una relazione con i ragazzi che vivono situazioni di marginalità, per prevenire possibili atteggiamenti devianti e per costruire attorno a loro un sostegno e un rete sociale attivati da più soggetti della comunità.

Paola Tacchini. In questo caso la soluzione che abbiamo pensato è preventiva. Creare nei quartieri aree dedicate ai giovani, parchi attrezzati per il “calisthenics” piste di skating, ma anche sale polifunzionali che abbiano la possibilità di trasformarsi da luoghi dove suonare strumenti, a posti muniti di wi fi gratuito dove poter utilizzare delle biblioteche digitali. Rendere possibile lo sviluppo della creatività artistica, con bandi per murales di street artist, rigorosamente con pitture antismog e soprattutto tornei di sport dilettantistici per svariate discipline, dove ci si possa “sfidare” con le proprie abilità e non con la violenza.

Angelo Frigoli. Gli episodi di violenza minorile, anche questi enormemente enfatizzanti, sono il frutto della marginalizzazione dei giovani in questo sistema. La scuola e la cultura in generale sono intese non come strumenti per lo sviluppo della personalità, della cultura, e della curiosità verso il mondo esterno, ma istituzioni al servizio della smania di profitto dei capitalisti. Già dai 14/15 anni, attraverso l’alternanza scuola lavoro, i giovani sono indottrinati per essere docili strumenti nelle mani della borghesia. Un diritto all’istruzione che sia effettivo, garantendo la totale gratuità dell’istruzione (libri, materiale didattico vario), edifici scolastici fruibili 24 ore al giorno, dotati di laboratori, teatri, biblioteche, strutture per fare sport gratuitamente, aiuterebbero i giovani a non sentirsi esclusi dalla loro comunità.

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I TEMI GIA’ TRATTATI:

1. https://www.cremonaoggi.it/2024/05/19/rigenerazione-urbana-le-idee-per-il-futuro-della-citta/
2. https://www.cremonaoggi.it/2024/05/23/giovani-anziani-immigrati-le-idee-per-il-welfare-del-futuro/
3. https://www.cremonaoggi.it/2024/05/29/cultura-motore-di-sviluppo-sociale-ed-economico-le-idee-in-campo/

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