Targa a Enzo Tortora, Gaia: "Sulla
Giustizia c'è ancora molto da fare"
Cerimonia al parco del Vecchio Passeggio
Oggi pomeriggio, alla presenza di Gaia Tortora, figlia del giornalista, conduttore televisivo e testimone dei diritti Enzo Tortora, all’interno del parco del Vecchio Passeggio, che collega via Gioconda a viale Trento Trieste, è stato inaugurato il “Vialetto Enzo Tortora”, in onore e in memoria del giornalista e conduttore che fu vittima del più eclatante errore della giustizia italiana che portò in carcere un innocente. Tortora venne arrestato il 17 giugno del 1983 e condannato a dieci anni di carcere per traffico di stupefacenti e associazione a delinquere. Nel 1986, in appello, la sentenza venne ribaltata e l’anno successivo l’assoluzione venne confermata anche in Cassazione.
La richiesta di intitolare un luogo della città ad Enzo Tortora era stata avanzata nel novembre 2023 dai consiglieri comunali Enrico Manfredini, Lapo Pasquetti, Roberto Poli, Carlo Malvezzi, Alessandro Zagni, Simona Sommi, Maria Vittoria Ceraso e Santo Canale. Alla proposta, la Commissione Toponomastica aveva espresso unanime accordo e il 20 dicembre 2023 la Giunta comunale aveva approvato.
Oggi si è tenuta la cerimonia alla quale ha preso parte anche Gaia Tortora, giornalista, conduttrice e scrittrice, che ha ringraziato l’amministrazione per questo omaggio al padre. “Finalmente qualcosa che non divide, ma unisce”, ha detto Gaia, che a domanda di come veda oggi la Giustizia italiana ha risposto che “c’è ancora molto da lavorare”.
Presenti al parco del Vecchio Passeggio il sindaco Gianluca Galimberti, l’assessore alla Cultura Luca Burgazzi, l’avvocato Alessio Romanelli, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cremona, Vito Catalano, nipote dello scrittore Leonardo Sciascia, e Sergio Ravelli, consigliere generale del Partito Radicale.
Lungo il vialetto è stata inoltre collocata una targa descrittiva dove è riportato quanto segue: “Giornalista colto e brillante, profondo innovatore del linguaggio televisivo e radiofonico, strenuo difensore della libertà di antenna, Enzo Tortora è stato uno dei personaggi più popolari del Paese. E’ considerato tra i padri fondatori della televisione in Italia. Tra i suoi lavori più importanti in televisione vi sono la conduzione de ‘La Domenica Sportiva’ e l’ideazione e conduzione del fortunato programma ‘Portobello’. Con l’arresto del 17 giugno 1983, gli italiani scoprirono che l’uomo, ospite fisso delle loro case con il programma ‘Portobello’, era accusato di essere un camorrista e uno spacciatore di droga. L’istantanea che lo ritrae con le manette ai polsi riuscì così a deturpare la sua immagine pubblica, cancellando, in un colpo solo, la carriera di un uomo che non barattò mai la propria coscienza. Ben presto la lunga detenzione e il processo trasformarono il suo dramma personale nel simbolo della lotta per la giustizia. Dopo la condanna in primo grado, Tortora si dimise da deputato europeo rinunciando all’immunità parlamentare e fu nuovamente sottoposto agli arresti domiciliari. La sua innocenza fu dimostrata e riconosciuta il 15 settembre 1986, quando fu assolto dalla Corte d’appello di Napoli, con sentenza confermata dalla Corte di cassazione nel 1987. Eletto deputato europeo e presidente del Partito radicale, combatté fino all’ultimo dei suoi giorni per una giustizia giusta e per i diritti dei detenuti”.
Sara Pizzorni