Lettere

Tramontata la strada sud nessuno
pensa ad alternative per via Giordano

da Andrea Giacalone

Egregio direttore,

Con 27.000 transiti di auto al giorno, 12.000 in Via Del Sale e 15.000 sul Viale Po, a Cremona, la tangenziale sud esiste già. Allo stato attuale, pensare ad un referendum il cui quesito sia “strada sì o strada no”, è cosa del tutto inutile. Chiunque non toccato personalmente dalle difficoltà, davanti all’alternativa fra la passeggiata domenicale sull’argine e il disagio dei residenti, non esiterebbe a lasciare soffocare questi ultimi nell’inquinamento ambientale ed acustico.

Una svolta potrebbe senza dubbio arrivare dalla elaborazione di un progetto, degno di questo nome, alternativo alla tangenziale. Non sciocchezze tipo “fluidificazione dei flussi”, che taluni insistono ipocritamente a proporre.

Una soluzione concreta, quale l’istituzione di una zona a traffico limitato nelle ore diurne o di un pedaggio sulla scorta dell’Area B milanese, che comportasse una drastica riduzione dei transiti. Disponendo di valide alternative, il referendum assumerebbe un maggiore senso, a patto che l’amministrazione in carica si impegnasse a rispettarne l’esito. In ogni caso, una amministrazione di sinistra rischierebbe di scalfire quella compiacenza acritica di notabili ed elettori che, da 80 anni, le garantisce una vittoria quasi certa e senza sforzo.

Dalla parte opposta, nulla di meglio. La giunta Perri, tradendo la relazione rappresentativa con gli elettori, si è dileguata ai primi accenni di polemica. Inoltre, su qualunque opzione ricadesse la scelta, le difficoltà realizzative sarebbero probabilmente superiori rispetto alle capacità tecniche, all’apertura mentale e alla lungimiranza di cui Cremona, nel tempo, ha mostrato politicamente di disporre.

Complessivamente, il quadro è sconfortante. Mediocrità, pavidità, egoismo e basso opportunismo politico suggeriscono a chiunque di evitare accuratamente il problema, guardarsi bene dall’ascoltare il disagio e lasciare intoccata quella giungla, priva di qualunque regola, attualmente esistente. Tutto il contrario della buona politica, quella asservita al corpo elettorale piuttosto che alla convenienza elettorale. Quella buona politica che, quando necessario, anziché evitarli, i problemi se li va a cercare.

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