Cronaca

Medico prova alcoltest 7 volte ma
ha l'enfisema. A giudizio, assolto

Il calvario giudiziario durato tre anni di un medico cremonese accusato ingiustamente di essersi rifiutato di sottoporsi all'alcoltest. In realtà ci aveva provato sette volte a soffiare nell’apposito apparecchio, ma non era riuscito per via di una patologia polmonare di cui soffre da anni

Quando lo hanno fermato, alle 20 del 29 novembre del 2021 in via Castelleone, un medico di 48 anni di Cremona stava rientrando in città a bordo di una Peugeot dopo aver effettuato delle visite a Crema. I carabinieri di pattuglia scriveranno sul verbale: “procedeva a zig zag ed effettuava ingiustificate accelerazioni e frenate”. Inoltre, “aveva un alito fortemente vinoso”.

L’avvocato Spampinato

E’ iniziata qui, ed è durata tre anni, l’odissea del medico cremonese che in realtà non aveva bevuto nulla e ha dichiarato di essere andato a zig zag “per evitare le buche sull’asfalto”, ma è comunque finito a processo con l’accusa di essersi rifiutato di sottoporsi all’alcoltest. “Non è così”, ha sostenuto la difesa, rappresentata dall’avvocato Vito Alberto Spampinato, del Foro di Milano. “Il medico, in realtà, ha provato sette volte a soffiare nell’apposito apparecchio, senza però mai riuscire a soffiare per un lasso di tempo sufficiente, in quanto, come dallo stesso dichiarato ai carabinieri, soffre da anni di un enfisema polmonare”.

Davanti a dei testimoni, l’automobilista aveva proposto ai militari di condurlo in ospedale per essere sottoposto agli esami del sangue che avrebbero dimostrato che quella sera non aveva bevuto neanche un goccio. Non c’è stato verso. “In maniera assurda”, ha detto oggi il legale della difesa nel processo con il rito abbreviato, “i carabinieri non lo hanno portato in ospedale per svolgere gli opportuni accertamenti”. L’uomo è stato denunciato penalmente e ha avuto la patente ritirata per sei mesi.

Oggi il giudice ha assolto il medico “perchè il fatto non sussiste”. Di pronunciare sentenza di assoluzione lo aveva chiesto anche il pm onorario a termine della sua requisitoria. La difesa ha dimostrato che non stava guidando in stato di ebbrezza e che effettivamente, come hanno dimostrato le cartelle cliniche, soffre da tempo di una patologia polmonare. Da quel giorno alla sentenza sono passati tre anni. Nella sua arringa, l’avvocato Spampinato ha raccontato le peripezie giudiziarie che hanno visto coinvolto il suo cliente.

Peripezie cominciate da quando il pm aveva chiesto di emettere contro il medico il decreto penale di condanna. Il gip, sentiti i testimoni e letti gli atti e le memorie difensive, aveva rigettato la richiesta, formulata dal pm una seconda volta e una seconda volta rigettata dal gip.

Nel frattempo il medico ha impugnato il verbale dei carabinieri davanti al giudice di pace. In udienza sono stati sentiti entrambi i carabinieri che quella sera avevano fermato l’automobilista, e entrambi hanno fatto un passo indietro, dicendo di non aver sentito odore di alcol, smentendo, di fatto, il verbale redatto quella sera. Il giudice di pace ha dunque annullato il verbale, e a questo punto la difesa, in sede penale, ha integrato altre memorie e documentazione. Nonostante ciò, il pm ha disposto comunque il giudizio.

“A che cosa serve, allora”, si è chiesto l’avvocato Spampinato, rivolgendosi al giudice e scusandosi per “lo sfogo”, “espletare le indagini difensive senza che poi venga esaminata tutta la documentazione prodotta?. Contro il mio cliente non c’è mai stato alcun elemento di prova, e noi lo abbiamo dimostrato”.

Sara Pizzorni

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