Cronaca

A Cremona disoccupazione tra le più
basse d'Italia, ma precarietà alta

La provincia di Cremona detiene un record: nel 2023 il tasso di disoccupazione è stato tra i più bassi in Italia, il 2,6%, il secondo più basso per la precisione, dopo quello di Bolzano (2%), dato mai emerso prima, anche se dal punto di vista qualitativo, la maggioranza degli occupati ha un contratto a tempo determinato, di somministrazione lavoro o collaborazioni. Non solo: persiste in provincia di Cremona un notevole divario tra occupazione maschile e femminile, il “gender gap”: il tasso di occupazione femminile, seppure in crescita dal 2015 ad oggi, è tra i più bassi in regione, con un divario di 19 punti tra uomini e donne che lavorano.  In Lombardia soltanto a Brescia e Bergamo c’è un differenziale che supera il 20%.

Il quadro sulla situazione occupazionale in provincia di Cremona e sulle sue prospettive è stato fornito questa mattina in sala Maffei durante il convegno “Il Mercato del lavoro in provincia di Cremona tra occupazione e occupabilità”  promosso dalla Provincia di Cremona, Settore Lavoro e Formazione, durante il quale i consulenti di PTSCLAS Luca Schionato e Andrea Gianni , introdotti dal presidente Mirko Signoroni,  hanno analizzato i dati desunti da varie fonti (Istat, comunicazioni obbligatorie delle aziende, sistema Excelsior, registro delle imprese, ecc) davanti a una platea di studenti dell’istituto Ghisleri (5aAFM), Cr.Forma, Itis Torriani corsi professionali, Istituto Professionale Stanga e Centro per l’Istruzione degli Adulti.

“Lo studio che presentiamo – spiega Barbara Faroni, dirigente Settore Lavoro e Formazione – e che  rappresenta tutti i dati del nostro territorio, lo commissioniamo ogni anno e su di esso lavoriamo per costruire  le politiche attive. Il dato confortante, ed è un buon punto di partenza, è che l’occupazione è in crescita,  ma bisogna fare attenzione alla qualità del lavoro, perchè ci sono alcuni aspetti critici da affrontare. Ad esempio la precarietà dei rapporti contrattuali, il problema del calo demografico e l’annoso problema della crescita della domanda da parte delle imprese e del calo dell’offerta di lavoratori. E’ proprio su questo punto che si intende agire, anche attraverso  strumenti innovativi, quali i patti territoriali su cui la Provincia sta lavorando insieme agli attori accreditati”.

Oltre a ciò, “la Provincia sta lavorando sui servizi, sia di accoglienza che di orientamento, attraverso una attività consulenziale specialistica nella ricerca di una occupazione, dalla compilazione del curriculum alla valutazione delle offerte di lavoro che ci sono. Ma stiamo anche lavorando sulla tematiche dell’offerta formativa e in questo senso abbiamo intenzione di riprendere il tema con un nuovo convegno che faremo nel mese di novembre”.

L’approfondimento sui dati del 2023 nel mercato del lavoro è arrivato da Andrea Gianni, project manager di PTSCLAS: “Sono numeri decisamente positivi, anche se vanno presi con cautela perchè si tratta di un’indagine statistica campionaria, ma quello che è fuori discussione è che prosegue sul Cremonese il trend positivo per quanto riguarda l’occupazione”.

“Siamo in una fase storica in cui c’è  una tensione enorme tra domanda e offerta di lavoro, le imprese fanno sempre più fatica a trovare le persone di cui hanno bisogno. Un aspetto difficilmente risolvibile, di tipo quantitativo, è che ci sono meno giovani che entrano nel mercato del lavoro di quanti ne escano; ma dal punto di vista qualitativo ci sono diverse cose che si possono fare: Provincia e istituzioni stanno intraprendendo soluzioni di politiche attive del lavoro; la scuola è chiamata a migliorare e offrire un’offerta formativa più in linea con le domande delle imprese ed è auspicabile che vi sia un incremento degli Its che sono la miglior risposta che il sistema formativo è in grado di dare al sistema delle imprese”.

Dalle aspettative delle imprese nel primo trimestre 2024, “ci sono segnali che indicano una migliore capacità del territorio a trattenere le migliori risorse, arginando la fuga dei cervelli. Non dimentichiamo però che la criticità maggiore continua ad essere quella degli operai qualificati, c’è un calo enorme degli iscritti nelle qualifiche professionali e il tessuto manifatturiero  fa fatica a trovare personale”, aggiunge Gianni.

 

Agli studenti in sala, in particolare, si è rivolto l’intervento di Carlo Catania, formatore ed esperto in orientamento, che ha affrontato il tema dell’occupabilità coinvolgendoli nella ricerca delle parole-chiave per il lavoro di domani. Ogni classe presente ha preso così la parola per esprimere la propria opinione: tra le qualità più importanti, il problem solving, la motivazione, la conoscenza delle lingue, le competenze digitali.

“I ragazzi – aggiunge Catania -hanno spesso un immaginario che non corrisponde al reale mondo del lavoro. Le loro rappresentazioni sono molte volte stereotipate, mediate dal mondo delle serie televisive, dal web … si immaginano di fare professioni o mestieri di cui non c’è un reale fabbisogno. E spesso nelle loro strategie pensano subito al progetto dei sogni, un’ipotesi A, senza mettere in conto subito le ipotesi B o C, che invece devono imparare a coltivare”.

“Noi adulti dobbiamo metterci nell’ottica che per loro l’esperienza lavorativa è un territorio in parte o del tutto sconosciuto, un territorio in cui devono abbandonare le loro coordinate abituali e dove perdono tutte le certezze che fino a quel momento li hanno accompagnati, in famiglia, a scuola nelle società sportive.  Da un lato sentono il bisogno di esplorare, scoprire e fare esperienze, dall’altro restano quasi a ‘galleggiare’ in attesa della cosa giusta che però magari non arriverà mai”. Occorre insomma insegnare loro che nell’attesa, è bene attivarsi per avere gli strumenti giusti per cogliere l’occasione quando questa si presenterà”. gbiagi

 

 

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