Cronaca

Scacco alla gang delle "monetine":
35 colpi. 30enne peruviano il boss

Sgominata dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Cremona la banda che ha messo a segno furti con la cosiddetta tecnica delle monetine. Quattro sudamericani sono indagati come i presunti autori di 35 colpi commessi a Cremona e provincia, in altre città della Lombardia e in altre regioni come Emilia e Piemonte. Nei confronti di un 30enne peruviano, considerato il capo della gang, la Mobile ha eseguito la misura della custodia cautelare in carcere.

Un modus operandi ormai tristemente noto, quello della truffa delle monetine, messo in atto nei parcheggi dei supermercati ai danni di persone sole o anziane. I malviventi di turno lanciano a terra delle monetine invitando le vittime a raccoglierle  per distrarle e rubare loro le borse lasciate in macchina o ancora appese al carrello della spesa. Una volta messo a segno il furto, gli autori utilizzano le carte di credito prima che vengano bloccate.

L’indagine, coordinata dalla procura di Cremona ha preso avvio dalla querela presentata da un’anziana per un furto in un supermercato cittadino proprio con la tecnica delle monetine. Da lì sono partiti complessi e lunghi servizi di osservazione e pedinamento da parte della Sezione Antirapina della Mobile di Cremona, attività che ha permesso di acquisire  elementi a carico di un gruppo di persone di origine sudamericana con precedenti specifici. Nel maggio dello scorso anno, dopo un inseguimento in auto iniziato a Cremona e finito a Brescia, il 30enne peruviano era stato arrestato in flagranza di reato insieme ad una donna di 20 anni con le accuse di furto aggravato, resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato.

La Fiat Tipo sulla quale viaggiava la coppia, insieme ad un’altra persona, aveva insospettito gli inquirenti. L’auto era stata avvistata nelle vicinanze del parcheggio dell’ospedale di Cremona e nei parcheggi di quattro supermercati diversi, probabilmente alla ricerca dell’occasione giusta per mettere a segno dei furti.

Sempre tenuta monitorata, la macchina si era fermata vicino al Famila Superstore di Manerbio, con i tre che si erano avvicinati ad una donna che stava riponendo la spesa nel bagagliaio. Ad un certo punto uno degli occupanti era sceso dall’auto, aveva indossato una giacca e aveva lanciato delle monetine vicino alla signora, avvisandola che aveva perso dei soldi con il chiaro intento di distrarla. Quando la donna si era chinata per raccogliere le monetine, uno dei malviventi aveva fatto cenno ad un complice che aveva sottratto la borsetta appoggiata sul sedile del passeggero. Poi i tre erano fuggiti ad alta velocità verso Brescia, seguiti dalla macchina della Mobile che aveva intimato più volte l’alt.

I fuggitivi, però, non avevano accennato a rallentare, anzi, avevano aumentato follemente la velocità, muovendosi in modo tale da impedire ogni tentativo di avvicinarsi da parte degli investigatori, creando elevati pericoli a tutta la circolazione stradale. Alla fine i poliziotti erano riusciti ad affiancare la Fiat Tipo, ma il conducente aveva speronato il mezzo sul lato destro, cercando di buttarli fuori strada. L’inseguimento era continuato per qualche chilometro, finché, nei pressi di Cadignano, frazione di Verolanuova, i malviventi avevano imboccato una strada chiusa e a quel punto avevano fermato l’autovettura per poi tentare la fuga a piedi. L’autista era riuscito ad allontanarsi, mentre gli altri due, la coppia di peruviani, erano stati inseguiti e fermati.

L’attività di indagine si è concentrata in particolare sull’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza e sulle tracce telematiche lasciate dagli indagati, che sono considerati i presunti autori di 35 episodi di reati contro il patrimonio commessi in varie zone del nord Italia.

Nei confronti del 30enne peruviano, con alle spalle numerosi precedenti specifici e in Italia senza fissa dimora, la Mobile ha eseguito la misura della custodia cautelare in carcere disposta dal gip. Per l’accusa, l’uomo è considerato il capo della banda e colui che, in concorso con altri complici, avrebbe messo a segno una quindicina di furti di questo genere a Cremona e provincia.

Sara Pizzorni

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