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Ecce bomber! Ciofani apre
Coda chiude: la Cremo c'è

Il rigore trasformato da Daniel Ciofani contro il Pisa (foto Sessa)

Ecce bomber! Dalla teoria alla pratica: nel finale di stagione c’è poco da ricercare l’estetica e quando si hanno giocatori in grado di decidere le partite è bene badare al sodo. La Cremonese che esulta col Pisa e torna al successo allo “Zini” dopo due mesi (9 marzo, 2-1 al Como), monetizza al meglio il ritorno al gol dei suoi cannonieri principali.

Il primo, Daniel Ciofani, era a secco dal 20 maggio 2023 non per difetti di mira propri ma per mancanza di opportunità. Solo spiccioli di campo in stagione, con mesi a battagliare ai margini tra problemi fisici e condizione da recuperare. Ora, con alle porte le gare che contano e uno stato di salute da ragazzino smanioso di lasciare il segno, DC9 vuol far volare la sua Cremonese. Alla prima da titolare in campionato, molto più del rigore dell’1-0: giocate da puntero navigato, aperture da pivot, fisicità e spalle larghe per fare reparto con mestiere e senso della posizione.

Freddezza, quella necessaria per tornare al gol un anno dopo nella medesima porta. Anche perché, l’ultimo sigillo in grigiorosso, era rimasto muto: 1-5 col Bologna, certificazione anticipata della retrocessione in B dopo un’annata condita da 8 gol in A. Dopo il rigore spaccapartita col Pisa, Ciofani ha potuto sfogare mesi di urla rimaste in gola, riunendo un gruppo di cui è anima prima ancora che capitano. L’abbraccio a Stroppa e ai compagni come manifesto di un collettivo che tale dovrà confermare di essere se vorrà vincere i playoff.

Il secondo cannoniere a rimettersi in moto, dopo un’astinenza di 53 giorni, è Massimo Coda. Con una specialità sconosciuta ai più: il calcio di punizione. Un gol che pesa, un segno del destino. Le prime scelte dalla mattonella di centrosinistra sono Johnsen e Falletti, ma quando stendono Quagliata in serpentina è il 90 grigiorosso a rivendicare il pallone. Via tutti, ci penso io: destro a giro forte, pulito, arcuato sopra la barriera, tanto letale da aggiungere stupore per le conclamate qualità balistiche di un giocatore abituato a vincere i campionati a suon di gol. La parabola spiovente del 2-1 è il 15esimo gioiello della collana firmata Coda se si considera il solo campionato, sedicesimo aggiungendo la Coppa Italia.

La prima volta vincente della staffetta tra bomber premia una Cremonese rivoluzionata da Stroppa in avvio e frenata dall’ennesimo blackout d’inizio ripresa. Meno belli ma più concreti, dopo aver evitato un ribaltone in stile Venezia contro un avversario in salute come il Pisa, i grigiorossi rivisti con i cambi (sempre ruolo per ruolo, stesso spartito, non sia mai) hanno portato in porto una vittoria che significa mantenimento delle distanze dal Catanzaro e ripresa del percorso di risalita zavorrato nell’ultimo mese e mezzo da quattro sconfitte in sei giornate.

Nel primo maggio dello Zini c’è la conferma di un Saro ormai titolare con merito, di un Lochoshvili tornato ai livelli delle prime uscite dello scorso campionato, di un Quagliata crescente dalla metà in su (ma ancora troppo disordinato dietro) e della preoccupante involuzione di Zanimacchia e Sernicola, oggi lontani parenti dei migliori quinti di categoria che mettevano le ali alla Cremo. Ancora da individuare la miglior posizione di Johnsen nello scacchiere di Stroppa: patrimonio tecnico offensivo, il norvegese sa essere devastante in campo aperto ma spalle alla porta è spesso troppo leggibile dal nemico.

Per preparare l’assetto da playoff ci sono ancora due partite: la Cremo domenica sarà a Parma da imbucata alla festa promozione, venerdì 10 allo Zini attende un Cittadella oggi nella terra di mezzo. Il Venezia crollato nel finale a Catanzaro ripartirà dal Penzo contro la Feralpisalò all’ultima spiaggia, i calabresi di Vivarini invece insidiano il quarto posto grigiorosso da tre lunghezze ma a Terni troveranno una squadra con le spalle al muro e costretta a vincere per respirare ancora aria di B. In sintesi: se per la promozione diretta al Como manca solo un guizzo per raggiungere il Parma in A, per il mosaico dei playoff serve ancora incastrare parecchie tessere.

Simone Arrighi

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