Tratta e commercio di schiavi:
sotto accusa due fratelli nigeriani
Otto anni fa era stata fatta arrivare in Italia dalla Nigeria con la promessa di un lavoro come baby sitter. All’epoca la giovane aveva 19 anni. Una volta sbarcata a Lampedusa, però, era stata portata a Crema e lì i suoi sogni di una vita migliore si erano subito infranti. Il suo incubo è durato un anno. La giovane, oggi 27enne, è la presunta vittima di una coppia di connazionali, fratello e sorella, lui 35 anni, lei 37, che ora sono davanti ai giudici della Corte d’Assise di Cremona per rispondere del reato di tratta e commercio di schiavi.
Gli imputati avrebbero costretto la ragazza a prostituirsi lungo le strade di Spino d’Adda, minacciandola e dicendole che la sua libertà costava 35.000 euro, soldi che si sarebbe dovuta procurare vendendo il proprio corpo. Altrimenti i suoi familiari in Nigeria sarebbero stati uccisi. La 19enne e almeno un’altra ragazza, chiamata Joy ma mai identificata, sarebbero state percosse ripetutamente anche con un manico di scopa, private spesso di cibo per renderle più accondiscendenti ai loro voleri e sottoposte a trattamenti umilianti. I due imputati, che le avrebbero anche fatte prostituire in una casa, avrebbero approfittato della situazione di necessità, vulnerabilità e soggezione in cui le vittime versavano.
Un giorno, però, approfittando di un momento di distrazione dei suoi aguzzini, la 19enne era riuscita a liberarsi e a contattare il padre in Nigeria che le aveva detto di chiedere aiuto alle forze dell’ordine. La ragazza si era quindi presentata negli uffici del Commissariato di Crema dove aveva raccontato la sua incredibile storia. I due fratelli erano poi stati rintracciati e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Michela Tomasoni e Alessandro Zontini. Lunedì prossimo in aula è prevista la testimonianza della vittima, che ora vive a Trieste.
Sara Pizzorni