Politica

Portesani: "Area Omogenea
Cremonese per contare di più"

In tanti venerdì sera a teatro Monteverdi per assistere al lancio della campagna elettorale di Alessandro Portesani per il centrodestra di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Udc.  Tante le personalità intervenute sul palco in una serata scandita da Ilaria Zotaj, giovane esponente della lista “Novità a Cremona” prestata per l’occasione al ruolo di conduttrice: prima i quattro segretari provinciali dei partiti della coalizione Marcello Ventura, Simone Bossi, Gabriele Gallina, Giuseppe Trespidi, affiancati da Cristiano Beltrami di Novità a Cremona; quindi i parlamentari Silvana Comaroli (Lega) e Carlo Maccari (Fratelli d’Italia, anche nel ruolo di coordinatore regionale del partito in Lombardia); poi degli eurodeputati Massimiliano Salini  (FI) e Silvia Sardone (Lega).

A Cremona non esistono centrodestra alternativi”, ha esordito Maccari “è finita l’epoca del ‘tafazzismo’, questa volta a Pavia, Bergamo e qui a Cremona il centrodestra è unito, in una modalità che è la caratteristica di chi vuole un centrodestra  libero.  A Cremona avremmo potuto avere candidati di bandiera ma abbiamo scelto un percorso che allargasse più che tracciasse confini. E’ stata una scelta di maturità politica, come del resto ha fatto Giorgia Meloni intercettando tanti che non si riconoscevano all’interno di uno schieramento di partito”. Un’esponente della società civile dunque, che – è stato detto –  non significa da parte del partito di maggioranza una espropriazione di ruoli.

Portesani ha preso la parola per ultimo, concentrandosi sul tema del Comune capoluogo: “Vogliamo che Cremona metta a disposizione i propri strumenti. L’idea è di ispirarci ai cremaschi che hanno attivato l’Area Omogenea, noi crediamo che vada fatto coi comuni del distretto cremonese. Vogliamo essere ambiziosi, per arrivare lì è necessario ricostruire una ampia fiducia territoriale. Dobbiamo ripartire da dove abbiamo terminato 10 anni fa quando è stato decostruito un rapporto di fiducia.

“Cremona capoluogo – ha aggiunto – era una delle cinque strategie presentate fin dall’inizio da parte di Novità a Cremona ed era il nostro tema più politico. E’ una tematica urgente perchè chi ha amministrato la città negli ultimi 10 anni ha lasciato i territori limitrofi soli, inascoltati, ha lacerato le relazioni con i comuni di cintura e con quelli del distretto. Lacerare le relazioni significa essere un soggetto che anzichè  diventare protagonista e consapevole del proprio ruolo di capoluogo, si fa i fatti suoi. Ma non esiste sviluppo solo per la città di Cremona, se non c’è sviluppo anche dei comuni del suo territorio”.

I campi di applicazione di questo ruolo da “capofila” che valorizza i territori limitrofi sono tanti, dal turismo (“ci si lamenta del turismo mordi e fuggi, ma se questo accade è perchè non si è immaginato di valorizzare quello che c’è appena al di fuori“), alle politiche del welfare attraverso l’Azienda Sociale Cremonese, dove Cremona ha la maggioranza del capitale: “Cremona ha utilizzato in questi 10 anni questa maggioranza per piegare i bisogni del distretto ai propri, per ridurre la copertura dei servizi sui territori a proprio vantaggio, per aumentare i contributi dei comuni del distretto riducendo i propri. Non è così che si esercita il ruolo di capoluogo.  Amministrare in questo modo significa non conoscere e non amare il nostro territorio. Eppure nei Comuni di cintura si sono trasferiti tantissimi cittadini cremonesi”.

Da qui l’idea nuova: “E’ possibile mettere a tema la possibilità di una cittadinanza di distretto. Questo significa, ad esempio,  digitalizzazione per tutti, perchè fare le cose insieme costa meno”.

“Anche Aem – ha aggiunto – rientra in questa visione, potrebbe diventare grazie alle sue professionalità e al ruolo che occupa nel Polo Tecnologico non solo  braccio operativo di Cremona ma anche dell’Area Omogenea, come Centrale Unica di Committenza”.

MACCARI (FDI): IN QUESTO TERRITORIO C’E’ BISOGNO DI UNO SCATTO IN PIU’
Unanimi da parte di tutti gli esponenti politici le parole di ringraziamento rivolte a Portesani che, per citare ancora Maccari, “ha accettato di farsi carico del destino della città. Questo territorio ha bisogno di uno scatto in più, perchè poi il rischio è quello di perdere delle opportunità “, ha detto il parlamentare ricordando, lui mantovano, come nella Bassa il tempo delle decisioni sia troppo lento rispetto a quanto accade altrove in Lombardia.

Ha poi parlato di temi regionali e nazionali come la sanità, rivendicando, insieme a Gianni Rossoni – alcuni lustri fa collega in Giunta regionale – come il problema della scarsità di medici, oggi cruciale, fosse a loro ben chiaro: “Già allora  scrivemmo al presidente del Consiglio Monti per evidenziare che sarebbero mancati medici di medicina d’urgenza e gli anestesisti. Lo vedevamo perchè i neolaureati non sceglievano più quelle specialità e dicemmo che bisognava intervenire subito. La risposta del governo tecnico di allora fu: avete  ragione, ma a noi servono i saldi di bilancio. E così in 10 anni sono tagliati per la sanità 37 miliardi di euro dal bilancio dello Stato. Per ricostruire ora occorre tempo e fatica”.

La chiusura dell’intervento è tutta rivolta a Portesani: “Se Alessandro non è iscritto a nessuno dei partiti di coalizione, troverà i partiti a suggerire insieme a lui un percorso che abbia la politica con la P maiuscola come bussola del proprio comportamento. Abbiamo bisogno di politica per fare scelte, per leggere i bisogni e per dare le risposte. Di scelte tecniche ne abbiamo viste a sufficienza”. gb

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