Cronaca

Convegno "Codice Rosso", la
testimonianza di Chiara Tramontano

Si è tenuto questa mattina al teatro Filo di Cremona il convegno Codice Rosso organizzato da Santo Canale, agente della polizia Locale di Bergamo, consigliere comunale in città. Presenti oltre ai relatori della mattinata anche gli studenti di otto istituti cremonesi. L’obiettivo è stato proprio quello di istruire i ragazzi e prevenire fin dai banchi di scuola la violenza sulle donne. A presentare l’incontro anche la giornalista del quotidiano La Provincia Francesca Morandi e Nicoletta Tosato di Cremona1. Il convengo è iniziato con il racconto della prima linea, Polizia Locale, Polizia di Stato e Carabinieri che spesso sono i primi a intercettare e intervenire in situazioni di violenza.

Sono state analizzate le diverse forme di violenza, da quella psicologica, passando da quella economica, fino a quella fisica e spiegati gli ammonimenti possibili nei confronti degli aggressori, strumenti di tutela e prevenzione da poter utilizzare per stalking, revenge porn o per violenza domestica prima di arrivare al procedimento penale.

E’ stata sottolineata l’importanza della fiducia nelle forze dell’ordine, anche per i giovani, formate appositamente per queste situazioni e in contatto con tutta la rete di protezione.

I numeri sono allarmanti. Nel 2023 sono stati 15mila gli accessi legati alla violenza di genere nei pronto soccorso italiani, un terzo di donne straniere, soprattutto nordafricane e sudamericane.

A Cremona 29 gli accessi di donne che hanno dichiarato di aver subito violenza. Ma ancora troppe sono le donne che non hanno il coraggio di denunciare l’aggressione una volta arrivate in ospedale. Ci sono dei segnali che i sanitari possono intercettare, tentando poi di aiutare la donna a fidarsi e a uscire dalla spirale di violenza come ha spiegato il primario del pronto soccorso di Cremona Francesca Co’. Nel momento in cui la donna dichiara la violenza scatta una vera e propria rete di protezione.

In base ai possibili rischi di un rientro alla propria abitazione la donna viene eventualmente inserita in un contesto protetto. Fondamentale anche il lavoro dei centri antiviolenza come Aida e dei servizi sociali. Sono stati anche spiegati quali sono i primi segnali da non sottovalutare, anche tra i giovani, come il controllo del telefono o dei social o i comportamenti che esprimono il possesso da parte dei ragazzi (controllo di come le ragazze si vestono, con chi escono, proibizioni per gelosia).

Da non sottovalutare la dipendenza economica, forma più subdola di violenza. I centri antiviolenza in queste situazioni possono fare da ponte e sostegno per la donna. Proprio per questo esistono percorsi di ricostruzione di autonomia, di rinascita attraverso i servizi sociali e sociosanitari per riprendere una progettualità della vita.

Gli interventi dei centri sociali spesso prevedono anche sul lavoro sul maltrattante per cercare di spezzare la catena ed evitare il reiteramento della violenza nei confronti di altre donne. Forte la testimonianza in collegamento da remoto di Chiara Tramontano, sorella di Giulia, uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello al settimo mese di gravidanza nel maggio 2023.

“E’ brutto come messaggio ma quello che voglio dire alle ragazze è di essere più egoiste e pensare di più a sé stesse. Mia sorella era molto sensibile e ha sempre messo in primo piano suo figlio, la situazione economica, i bisogni di famiglia, solo alla fine pensava a quello che lei davvero voleva. Vedo tantissime donne che restano legate anche a storie dolorose, storie in cui non crescono né emotivamente né lavorativamente solo perché hanno paura che la persona di fianco si faccia del male, o perché ci ha minacciato o detto che senza di noi non può vivere” ha detto Chiara.

“Questo è un tipo di aggressione passiva. Chiunque cerchi di tenerci anche con catene verbali nelle relazioni ci sta mentalmente opprimendo. È un genere di pensiero da cui dobbiamo scappare. L’amore è libertà, rendere l’altra persona libera di esprimersi, di lavorare, libera di andar via e ritornare. Se mia sorella si fosse sentita più libera e se avesse pensato di più a sé stessa noi oggi staremmo parlando d’altro. Laddove pensate che una storia via stia tarpando le ali o togliendo la libertà sotto qualsiasi forma è il momento di fermarsi e chiedersi se da quella situazione bisogna uscirne. E non abbiate paura di chiedere aiuto ai famigliari in primis” ha detto ancora Tramontano, con voce commossa ma decisa. Per lei un grande applauso dal pubblico.

Infine con il Sostituto Procuratore della Procura di Cremona Chiara Treballi si è affrontato il tema del revenge porn, reato sempre più frequente tra i giovani e del reato di lesioni che fa scattare il codice rosso. Reati che assorbono la quasi totalità del lavoro e per cui sta diventando sempre più impellente la prevenzione ha spiegato la Treballi. Non mancano le segnalazioni che arrivano anche dalle scuole, che in alcuni casi possono dare un importante contributo nei casi di violenza. Tra gli strumenti sta prendendo sempre più piede il braccialetto elettronico che vieta l’avvicinamento alla vittima dai 500 metri. I ragazzi presenti in sala hanno partecipato attivamente ponendo domande ai relatori.

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