Cronaca

I contaminanti emergenti nel
Grande Fiume: al via la ricerca

da sinistra: Piccarolo, Lucentini, Castiglioni e Bratti

Quali sono gli inquinanti emergenti nel Grande Fiume? Prende il via una approfondita ricerca scientifica in grado di monitorare la presenza e le quantità dei contaminanti emergenti, promossa dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po.

Sotto la lente del team di Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, Istituto Superiore di Sanità, Fondazione Lombardia per l’Ambiente e Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri i punti di confluenza del Po con i principali affluenti: Lambro, Adda, Ticino, Tanaro, Oglio, Mincio, Secchia oltre a prelievi nelle aree del Delta, sia in foce di sponda veneta che emiliano romagnola. Monitoraggio sulla presenza di farmaci, pesticidi, prodotti per la cosmesi e cura personale lungo l’asta del corso d’acqua più lungo d’Italia. Un’iniziativa che avrà la partnership di soggetti eccellenti, come l’Istituto Superiore di Sanità, la Fondazione Lombardia per l’Ambiente e l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.

I campionamenti per la stagione invernale si svolgeranno a partire dai prossimi giorni, con livelli di portata più consoni all’esercizio del campionamento. L’elaborazione dei dati che emergeranno dai campionamenti consentirà la comunicazione dei risultati del progetto di ricerca nel 2025.

Il progetto denominato “AQuaPo” è stato presentato nella mattinata di lunedì al Porto di Cremona e ha visto gli interventi, moderati dal giornalista Andrea Gavazzoli, del segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, Alessandro Bratti, del direttore del Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque dell’Istituto Superiore di Sanità, Luca Lucentini, del direttore della Fondazione Lombardia per l’Ambiente, Fabrizio Piccarolo e del capo del Laboratorio di Indicatori Epidemiologici Ambientali, Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Mario Negri, Sara Castiglioni.

GLI INTERVENTI

“L’attenzione sempre più crescente per i contaminanti emergenti sta innescando un cambio di paradigma a livello europeo nella definizione di qualità dell’ambiente aquatico” ha sottolineato Bratti. “Ed in questo contesto che l’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po ha deciso di avviare il Progetto AQuaPo, che si pone l’obiettivo di valutare per la prima volta nel distretto padano i quantitativi di 62 inquinanti emergenti e di determinati geni di resistenza microbica, per rispondere sempre più a valutazioni della salvaguardia della salute umana e dell’ambiente. Grazie ad un partenariato di eccellenza, AdBPo ha colto questa sfida non solo scientifica ma anche strategica, in prospettiva della revisione della Direttiva Quadro Acque e dell’individuazione di misure utili alla riduzione dell’emissione di questa tipologia di inquinanti a scala distrettuale”.

Per Lucentini, “proteggere la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente, secondo l’approccio “One Health”, è la strategia di elezione per controllare pericoli emergenti come la resistenza agli antimicrobici (Amr). Su questa linea, che ha ispirato il Piano nazionale per il contrasto dell’antimicrobico-resistenza (Pncar 2022-2025), l’Istituto Superiore di Sanità contribuisce alla partnership del progetto nello studiare in alcuni ambienti del bacino del Po, a maggior impatto civile, agricolo e zootecnico, la prevalenza di geni che conferiscono resistenza a diverse classi di antibiotici, contribuendo alla valutazione delle dinamiche di diffusione attraverso le acque superficiali.

“Fornire il supporto logistico per raccogliere campioni che verranno poi analizzati dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e dall’Iss, mettendo a disposizione un’imbarcazione e il personale specializzato per i prelievi; valutare le potenziali sorgenti di emissione di microinquinanti emergenti (Mie), utili all’Autorità di Bacino per la definizione di misure di mitigazione volte a ridurre e/o eliminare gli impatti negativi generati dai Mie – misure utili a supportare sia la pianificazione distrettuale che l’attuazione della Direttiva Quadro sulle Acque” ha evidenziato Piccarolo. “Sono questi gli ambiti tecnico-scientifici nei quali Fondazione Lombardia per l’Ambiente è chiamata a partecipare nel Progetto AQuaPo. Un contributo, quello di Fla, che bene s’inserisce nella realizzazione di questo studio per l’analisi della qualità delle acque del Po”.

“L’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ha una lunga esperienza nello studio di inquinanti emergenti ed in particolare di farmaci come contaminanti ambientali ed ha monitorato dal 2000 ad oggi numerosi corsi d’acqua italiani” ha detto Castiglioni. “Nell’ambito del progetto AQuaPo l’Istituto si occuperà di effettuare le analisi chimiche di una vasta gamma di contaminanti emergenti che include le sostanze presenti nelle “liste di monitoraggio” suggerite come prioritarie dalla Comunità Europea quali farmaci, prodotti per la cura personale, pesticidi, dolcificanti artificiali”.

 

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