Economia

Produzione industriale, Cremona
brilla in Lombardia: +3,6% nel 2023

La Camera di Commercio di Cremona

Dopo la diffusione nei giorni scorsi dei dati regionali sulla produzione manifatturiera nell’ultimo trimestre del 2023, il focus di Unioncamere si concentra oggi sulla situazione nella provincia di Cremona, dove sono state interpellate 136 imprese, di cui 64 industriali e 72 artigiane.

Per quanto riguarda la produzione, l’industria mostra un netto miglioramento congiunturale – riferito cioè al trimestre precedente, con un +3,7%, a cui si contrappone l’artigianato con una debole flessione (-0,4%). Questi risultati portano a una crescita media annua per l’industria del +3,6%, e per l’artigianato del +1,3%.

La crescita del fatturato rallenta per l’industria portando a una variazione media annua nulla; segno meno anche nel fatturato delle imprese artigiane, ma il risultato medio annuo riesce ad essere ancora debolmente positivo sostenuto dai risultati dei trimestri precedenti con un +0,7%.

 

L’andamento positivo dell’industria è supportato dagli ordini che crescono rispetto al trimestre precedente sia per l’interno che per l’estero, mentre al contrario l’artigianato subisce una contrazione congiunturale degli ordini (-1,2%) che limita la chiusura d’anno a un dato molto vicino alla crescita nulla.

Anche il mercato del lavoro per il settore industriale cremonese torna positivo con un incremento dei livelli occupazionali che su base annua supera l’1%. Ma anche in questo caso l’artigianato non segue l’industria: il 2023 chiude infatti con un – 2,3%.

Resta contenuto il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni delle imprese industriali intervistate, solo il 3,1% ha dichiarato di avervi fatto ricorso, valore che sale al 5,6% per l’artigianato, lo stesso dello scorso trimestre.

Sul versante dei prezzi l’industria registra nuovi incrementi congiunturali contenuti per le materie prime (+0,3%) e più significativi per i prodotti finiti (+1,2%). Complessivamente nel 2023 i prezzi sono cresciuti del 10,3% per le materie prime e del 9,7% per i prodotti finiti. Le imprese artigiane, invece, segnalano ancora incrementi congiunturali sensibili per entrambe le componenti: +3,7% i prezzi delle materie prime e +2,8% quelli dei prodotti finiti. In questo caso il dato medio annuale evidenza una situazione ancora critica con un incremento del 31,2% dei prezzi delle materie prime e del 17,9% per i prodotti finiti.

 

Il confronto con la Lombardia e l’Italia dell’indice della produzione industriale evidenzia come i tempi di diffusione delle varie fasi dell’andamento economico siano differenti sia livello territoriale che settoriale – dimensionale. Se per l’industria il dato congiunturale regionale (+0,4%), e ancor più quello provinciale (+3,7%), mostrano un miglioramento nell’ultimo trimestre dell’anno, il dato nazionale mostra ancora un trend decrescente (-0,5%) nonostante la crescita della produzione di dicembre (+1,1%) che non riesce però a evitare il ripiegamento della media del trimestre.

Per quanto riguarda invece il settore artigiano, in provincia di Cremona si registra una modesta contrazione congiunturale (-0,4%) dopo il risultato positivo dello scorso trimestre, mentre il dato regionale resta positivo (+0,7%).

Dal punto di vista strutturale il quadro delle imprese cremonesi conferma un miglioramento per l’industria, con una sensibile riduzione della quota di imprese con forti contrazioni della produzione. Sale al 60% la quota di imprese che registra incrementi produttivi, e al 14% quella delle imprese senza variazioni di rilievo. Per contro diminuisce sensibilmente la quota di imprese che registra forti contrazioni dei livelli (ora al 20% dal precedente 35%) e rimangono al 6% le imprese che dichiarano contrazioni contenute. Per gli artigiani, invece, sono le indicazioni di stabilità a diminuire significativamente passando dal 25% al 19%, a favore più delle imprese in crescita (49%) mentre le imprese in contrazione che passano  dal 31% al 32%.

Come conseguenza del mix dei risultati raggiunti nel quarto trimestre e dell’intonazione meno negativa del previsto della fase economica generale, le aspettative degli imprenditori industriali rimangono incerte. Per la produzione, a fronte di un saldo debolmente positivo, si registra un calo delle attese di stabilità che scendono al 58% degli intervistati. Anche per la domanda interna prevalgono leggermente gli ottimisti ma in questo caso aumenta la quota di chi prevede stabilità (dal 46% al 58%). Positive anche le attese per la domanda estera con il 65% degli intervistati che non prevede variazioni. Saldo leggermente negativo, invece, per il fatturato (-1,6%), ma con aspettative stabili per il 61% degli intervistati.

Maggior incertezza per le aspettative dell’artigianato. A fronte di una prevalenza di saldi negativi leggermente più contenuti rispetto al trimestre precedente, sono oltre il 60% le aspettative di stabilità per tutti gli indicatori con i massimi per fatturato (67%) e occupazione (83%).

Le variazioni tendenziali riscontrate a livello provinciale confermano la miglior performance industriale per la provincia di Cremona (+9,0%).

La media annua descrive un 2023 con la Lombardia divisa in due: Pavia, Lecco, Como, Bergamo, Mantova e Brescia in area negativa. Le altre provincie registrano un incremento rispetto al 2022 sempre con la miglior performance per Cremona (+3,6%).

 

 

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