Cultura

Via Giuseppina: 219 anni fa
l'intitolazione all'Imperatrice

L'anomalia di una strada conosciuta per il nome della persona a cui è intitolata e non per l'indicazione della località di destinazione. Un dispaccio del Ministero dell'Interno del 1805 alla Prefettura di Cremona toglie ogni dubbio sull'attribuzione alla moglie dell' Imperatore e non a Giuseppe II d'Austria.

L'inizio di via Giuseppina a Cremona. IN realtà la strada originariamente inziava da Porta Margherita, attuale piazza IV Novembre

di Fabrizio Superti

Le varie direttrici viabilistiche che, staccandosi da Cremona, si diramano verso i confini del
territorio provinciale sono generalmente indicate con la località intermedia o finale di approdo; a tale riguardo basterebbe infatti annoverare le diciture che contraddistinguono le arterie stradali che attraversano il comparto cremonese: “la Bassa per Casalmaggiore”, la via Postumia, la via Mantova, la via Ostiano, la via Brescia, la via Bergamo, la Castelleonese e la Codognese.

L’unica eccezione nel comparto si riferisce alla strada che da Cremona si porta fino a Casalmaggiore e che si indica con il termine di “via Giuseppina”. Un nome proprio, difforme da tutti gli altri, che risale ad oltre duecento anni fa e definito per consacrare ad imperitura memoria l’incoronazione di Napoleone, avvenuta a Milano nel maggio del 1805, a Re d’Italia.

L’acquisizione dell’Imperatore francese del titolo aggiuntivo di sovrano di parte del territorio
italiano veniva salutato e immortalato anche nella toponomastica stradale cremonese; in
particolare si determinò di affibbiare alla cosiddetta “strada per S. Giovanni in Croce” la nuova denominazione che omaggiasse la consorte del Generale francese. La determinazione in oggetto veniva approvata dal ministro dell’Interno con proprio dispaccio inviato alla prefettura cremonese nel giugno del 1805; l’organo prefettizio dipartimentale veniva infatti sollecitato a predisporre tutte le iniziative affinché si procedesse all’intitolazione dell’importante asse viario a Giuseppina Beauharmais.

In tal senso, si recepiva che

dal Consiglio Generale del Dipartimento dell’Alto Po fu dichiarata dipartimentale la strada che da questa città conduce, attraversando Casalmaggiore, ai confini dello stesso dipartimento, e fu dal Consiglio medesimo disposto che denominar si dovesse Via Giuseppina ad oggetto di eternare la memoria del fausto accedimento al Trono d’Italia di Sua Maestà l’Imperatore e Re Napoleone Primo nostro Augusto sovrano ed a ricordanza dell’Augustissima Imperatrice e Regina sua consorte.

L’attività della prefettura, organo centrale e propulsivo nell’organizzazione amministrativa
introdotta dai francesi, si indirizzava anche a sollecitare interventi di carattere manutentivo e strutturale sulla strada alfine di poter determinarla e annoverarla fra le strade Nazionali.

Giuseppe II d’Asburgo

La via Giuseppina era già stata oggetto di particolari investimenti all’epoca in cui ancora sulla Lombardia si esplicava il dominio austriaco retto da Giuseppe Secondo, figlio della celeberrima Imperatrice Maria Teresa d’Austria.

Sul finire del Settecento la via Postumia, per secoli asse portante dei transiti verso oriente,
perdeva progressivamente importanza a favore invece dello sviluppo che assumevano la via Mantova e la via per S. Giovanni in Croce; su questi tronchi stradali si investivano risorse e si approntavano sistemi di accoglienza propri delle strade di maggior rilievo.

Mutare le direttrici di transito, sia per i viaggiatori ma specie per le merci, finiva per condizionare lo sviluppo o l’impoverimento dei paesi dislocati lungo tali percorrenze. Il progressivo abbandono della via Postumia comportò in effetti un lento declino di quelle località poste su quel tracciato di antica origine.

LA NUOVA STRADA PER CASALMAGGIORE – Al tempo della dominazione francese la locale prefettura, in accordo con la Direzione Generale delle Acque e Strade, predisponeva una serie di interventi, da cadenzare nel corso degli anni, per ovviare alle condizioni precarie in cui versava l’arteria stradale. La progettazione veniva affidata all’ingegner Collenghi il quale stilava una programmazione volta tanto alla ordinaria manutenzione  quanto a modifiche ed integrazioni al percorso stesso della via.

I cantieri attivati dovevano infatti eliminare strozzature o provvedere al riallineamento di alcuni tratti non conformi ai parametri di una strada di valenza interprovinciale.

La lunghezza della via era stata calcolata in 65.870 braccia milanesi pari quindi a 39.192 metri lineari; lo stacco a Cremona si diramava dalla Porta Margherita e l’approdo finale si calcolava  presso la Porta detta dei Cappuccini a Casalmaggiore; nelle disposizioni predisposte per l’assegnazione degli appalti di manutenzione si specificava inoltre che la larghezza doveva mantenere una media di metri 7.20 calcolata fra i paracarri collocati alle opposte estremità.

L’arteria era inoltre affiancata da un marciapiede afferente entrambe le corsie di marcia dove
risultavano infine disposti, a dieci metri di distanza, i paracarri quadrati in rovere fuori terra per 70 centimetri.
La gestione della cura ordinaria della strada prevedeva la suddivisione della stessa in otto distinti tratti ben definiti per caratteristiche tecniche ed obblighi manutentivi. Il primo segmento si calcolava dalla Porta Margherita a Cremona fino alle vicinanze di S. Sigismondo; il fondo era in selciato ed era pari a metri 1.350. Il secondo da S. Sigismondo alle cosiddette botteghe di Longardore con fondo in sabbia per una lunghezza di 7.070 metri; da Longardore al principio sinistro dell’abitato di Cella Dati passando davanti a Sospiro per metri 6.651.

La quarta tratta prevedeva il comparto posto fra Cella Dati e l’insediamento di Pieve Gurata sempre con il fondo in sabbia e i paracarri a delimitare il tracciato per metri 4.252; da Pieve Gurata poi la strada si dipanava all’indirizzo dei primi caseggiati di Solarolo Rainerio per una dimensione pari a 6.745 metri.

All’interno di questo abitato era previsto un breve tratto, pari a 480 metri, il cui fondo, a
differenza dei precedenti, era lastricato con il selciato. Stabilizzato in sabbia era invece il percorso che portava da Solarolo Rainerio al vicino abitato di S. Giovanni in Croce dove il tratto si concludeva nei pressi dei portici posti dirimpetto al castello del principe Vidoni (metri 1.660).
L’ultimo tronco previsto, pari a 10.973 metri ed inghiaiato, era infine quello che, passando per Vico Bellignano, raggiungeva dopo un lungo percorso la cosiddetta Porta dei Cappuccini a Casalmaggiore, il confine estremo del Dipartimento dell’Alto Po.

Napoleone e Giuseppina nel film dedicato alla storia tra il generale e la seconda moglie, firmato da Ridley Scott

 

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