Cronaca

Si finge ambulante e truffa
Latteria Pizzighettonese: a processo

Si è finto il titolare della ditta “Chiave del risparmio di Viro Galliè,” noto in Abruzzo come “maestro della porchetta”, e ha così raggirato la Latteria Pizzighettonese, facendosi vendere formaggi per 260mila euro, senza pagarli. E’ finito così sul banco degli imputati Giulio Bianchi, 65enne abruzzese, con alle spalle 72 condanne per svariati crimini. L’azienda cremonese si è costituita parte civile, con l’avvocato Paolo Bregalanti.

La vicenda risale al 2019. Secondo quanto raccontato al banco dei testimoni da Marco Culatina, direttore generale della latteria, Bianchi si era presentato la prima volta attraverso la mail, e successivamente al telefono, dicendo di essere il titolare dell’azienda abruzzese. “Abbiamo preso informazioni sulla ditta ed erano risultate positive, quindi abbiamo iniziato a servirli” ha spiegato. “Il primo ordine era stato pagato alla consegna, direttamente al corriere, quindi abbiamo continuato i rapporti commerciali”.

Gli ordini successivi erano stati coperti in parte con contanti e in parte con assegni forniti a garanzia del futuro pagamento delle fatture. Finché non era arrivata una richiesta da oltre 50mila euro, che aveva messo in allarme il direttore generale. “Tramite un amico che lavora in banca ho acquisito informazioni, scoprendo che gli assegni sarebbero stati rubati”. In effetti, come è emerso poi dalla testimonianza dei Carabinieri che hanno svolto le indagini, i titoli di credito in questione risultavano oggetto di una denuncia di smarrimento. A quel punto, da parte della latteria c’era stata la presa di consapevolezza di essere vittima di una truffa.

I militari avevano realizzato un fascicolo fotografico, grazie al quale Culatina aveva riconosciuto e identificato Bianchi, che ovviamente era risultato essere completamente estraneo all’azienda di cui si spacciava titolare. Cosa confermata anche dallo stesso Viro Galliè, che ha fornito la sua testimonianza: “Quando mi hanno chiamato i Carabinieri, mi sono reso conto che avevo una serie di fatture elettroniche emesse dalla Latteria Pizzighettonese, con la quale però non avevo mai avuto a che fare”.

Il processo è poi stato rinviato al 20 maggio, per la discussione finale e la sentenza.

Laura Bosio

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