Cronaca

Abusi sessuali sulla figlia
della ex compagna: a processo

Una storia di violenza su minori finemente orchestrata, o la costruzione di una ragazzina con troppa fantasia? Molte sono le possibili interpretazioni dei fatti, nel processo per violenza sessuale su minore che si è svolto nell’aula del tribunale di Cremona martedì mattina. Secondo l’accusa l’imputato avrebbe abusato della figlia 12enne dell’allora compagna, mostrandole dei video equivoci, toccandola nelle parti intime e toccandosi a sua volta di fronte a lei. Ma le cose sono andate davvero così?

Durante l’udienza al banco dei testimoni è stato chiamato l’imputato, che ha raccontato la sua versione dei fatti. Una storia molto diversa da quella raccontata dalla ragazzina. L’uomo ha raccontato della convivenza, iniziata nel 2019, e del rapporto padre-figlia che si era creato con le figlie di lei. Tutto sembrava scorrere liscio, finché un giorno la maggiore, che all’epoca era alle scuole medie, era tornata da scuola con delle domande, dopo aver visto una compagna di classe nascosta in bagno in atteggiamenti equivoci.

“Incuriosita, mi ha fatto delle domande, ma le ho detto di parlare con sua mamma” ha raccontato l’imputato. “Lei però insisteva, perché non aveva un dialogo di confidenza madre/figlia. Aveva più confidenza con me che con lei. Per questo le ho fatto vedere il video di una psicologa che spiegava le questioni del sesso alle ragazze adolescenti. Non c’erano immagini, solo lei che parlava e raccontava. E la ragazza è rimasta a guardarlo per meno di un minuto, poi se ne è andata, disinteressata”.

Ma se per lui la cosa era finita lì, evidentemente così non era stato per la ragazzina, che confidandosi con la nonna, le aveva raccontato di come lui le avesse mostrato dei video pornografici. Attorno a questa rivelazione, ne erano poi spuntate altre. Verità o frutto di fantasia? Questo dovrà stabilire il giudice in questo complicato processo.

Due mesi dopo, era arrivata la denuncia, che per lui aveva comportato anche il licenziamento dal lavoro.”In quel momento mi è crollato il mondo addosso” ha raccontato l’imputato, che è stato poi allontanato dalla casa in cui viveva con la compagna e le figlie. 

Al banco dei testimoni è salita anche la sorella dell’imputato, che è anche educatrice: “Mi chiamò per raccontarmi della denuncia e lo ospitai. Ricordo che prima di allora la bambina si approcciava con mio fratello in modo sereno e confidenziale, come fossero padre e figlia”.

Rilevante anche la testimonianza dei carabinieri che erano intervenuti in casa della coppia già nel 2020: era infatti arrivata una segnalazione alla centrale operativa da parte del padre biologico della bambina, secondo cui il compagno della ex moglie l’aveva picchiata, lasciandole dei segni sul volto. Ma quando i militari erano giunti sul posto non avevano riscontrato alcun segno di violenza.

A chiudere le testimonianze è stato lo psicologo Federico Stroppa, consulente della difesa, che ha spiegato quanto sia importante effettuare una perizia preventiva sulla capacità di testimoniare della minore, che tenga conto anche del suo grado di suggestionabilità. Ma tale esame, in questo caso, non è stato fatto. Il processo è stato poi rinviato al 28 maggio.

Laura Bosio

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