Cronaca

Giovanni e Anna avranno giustizia? Stragi, pene leggere

Ha suscitato molta commozione in città la scomparsa di Giovanni Rossi, 41 anni, e Annamaria Bernardi, 40 anni, i due coniugi genitori di due bambini di 5 e 8 anni rimasti uccisi venerdì notte in un tremendo incidente stradale accaduto a Castelvetro Piacentino. L’auto della coppia, una Kia Sorento, è stata violentemente tamponata dall’Alfa Romeo Mito condotta da Diego M., 27enne piacentino, ora indagato per omicidio colposo plurimo. Molto probabilmente il giovane, che nell’impatto è rimasto ferito seriamente ma che non è in pericolo di vita, viaggiava a velocità molto elevata. Lo stabiliranno le perizie che disporrà l’autorità giudiziaria piacentina, così come gli esami tossicologici per capire se l’automobilista si fosse messo alla guida in stato di alterazione.

Attualmente  il reato di omicidio colposo è punito con una pena da sei mesi a cinque anni, mentre se il fatto è commesso con la violazione delle norme sulla disciplina delle circolazione stradale la pena prevista è da due a sette anni. Da tre a dieci anni se l’investitore è sotto l’effetto di stupefacenti o in stato di ebbrezza. Nel caso di morte di più persone, invece, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo. Molte, in questi anni, le polemiche sorte per la mancanza di leggi più severe in materia, soprattutto per chi provoca un incidente stradale ubriaco o sotto l’effetto di droghe o per chi viaggia a velocità troppo elevata.

Clamoroso, sempre a Castelvetro Piacentino, il caso di Ashim Tola, l’ albanese che, ubriaco fradicio, il 28 giugno 2007 aveva investito ed ucciso quattro ragazzi cremonesi tra i 16 e i 24 anni: Adenilson Grisi, Yunior Eyafeharrymann, Adam Fassali e Davide Chiodelli. L’uomo, incensurato, accusato di omicidio colposo plurimo con guida in stato di ubriachezza, aveva patteggiato una pena di tre anni. L’allora giudice di Piacenza Pio Massa, oggi magistrato del tribunale di Cremona, aveva accettato la richiesta di patteggiamento avanzata dall’ avvocato Fabio Leggi, legale dell’ albanese, condannato a pagare 1.180 euro di ammenda. “Provate a chiedere alla gente se questa pena è congrua e giusta”, era stata la reazione del padre di una delle vittime. “Questo è omicidio volontario, e il responsabile non ha fatto nemmeno un giorno di galera”. Ma il 28 giugno 2007 l’ aggravante di guida in stato di ebbrezza non c’ era ancora.

Un altro caso che aveva fatto discutere era stato quello dell’incidente stradale accaduto ad Annicco, costato la vita a due donne e ad una bambina di dieci anni. Era il 20 giugno del 2007. Due anni dopo Stefano Belli, il motociclista responsabile dell’investimento, era stato condannato ad una pena di tre anni e sei mesi dal giudice Clementina Forleo  contro i quattro chiesti dal pm Cinzia Piccioni. L’imputato era stato processato con l’accusa di omicidio colposo plurimo con la formula del rito abbreviato, che aveva dato diritto allo sconto di un terzo sulla pena finale. L’incidente, nel quale erano morte Fiorenza e Maria Carla Fiameni, rispettivamente di 32 e 34 anni, e la figlia di 10 anni di Fiorenza, Sara, era accaduto in pieno centro di Annicco dopo le nove di sera. Il 41enne, in sella ad una potentissima Yamaha, aveva falciato le due sorelle e la bambina che stavano attraversando la strada sulle strisce pedonali. Il centauro aveva raggiunto in pochi secondi una velocità di 100 chilometri orari su un limite di 50. Rimasto ferito non gravemente, era da poco rientrato in possesso della patente dopo che qualche tempo prima gli era stata sospesa per velocità eccessiva. Il test dell’alcol era negativo.

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