Cronaca

Aem vende i cavidotti? Nuovo fronte
polemico a 5 mesi dalle elezioni

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Scoppia la polemica sulla possibile dismissione da parte di Aem della propria rete di cavidotti, un patrimonio realizzato nel corso dei decenni nei quali la muncipalizzata stava incrementando l’infrastrutturazione della città in concomitanza degli scavi stradali per i sottoservizi, in previsione dell’arrivo della fibra ottica e di altri servizi tecnologici.

In pratica, una rete di circa 2000 km sotto le strade cittadine, attualmente in affitto,  che rappresenta un asset importante del patrimonio della società pubblica nell’ottica di futuri sviluppi ma che, secondo quanto appreso dalla minoranza di centrodestra, verrà offerto al miglior offerente senza prima averne  discusso le modalità in Consiglio comunale.

E’ Carlo Malvezzi, capogruppo di Forza Italia, a spiegare i contorni della questione che sarà affrontata lunedi prossimo 12 febbraio nella riunione della commissione di Vigilanza convocata dalla capogruppo della Lega Simona Sommi.

“Ci risulta che il sindaco (rappresentante nel Cda di Aem del Comune, socio unico della Spa, ndr) abbia assunto una delibera nell’assemblea dei soci che ha come oggetto i cavidotti e i tralicci di proprietà Aem”, afferma Malvezzi.

“Un argomento che non è mai stato oggetto di confronto in nessuna sede istituzionale, né nelle commissioni né in ufficio di presidenza. Per questo, non avendo notizie certe circa i contenuti dell’indicazione data dal sindaco, è stata convocata una Commissione di Vigilianza, organo che ha competenze anche sulle società partecipate dal Comune,  per avere informazioni dirette da sindaco e dal consiglio di amministrazione”.

Dunque torna in auge la questione della dismissione degli asset di Aem, tema che aveva infiammato il Consiglio Comunale nel 2016 (accordo di partnership Lgh – A2A con quest’ultima al 51%) e poi ancora nel 2021 con la fusione per incorporazione della prima nella seconda.  Allora il centrodestra parlava di “svendita” del patrimonio della muncipalizzata cittadina, mentre il centrosinistra evidenziava la necessità improcrastinabile  di evitare che l’azienda portasse i libri in tribunale.

Nel 2016 la minoranza si oppose alla partnership bollandola come operazione squisitamente politica con la regia del Partito Democratico e rivendicando invece la necessità di una gara pubblica per scegliere il partner di Lgh, sulla scorta anche del parere Anac.

Ora la questione ha una portata più limitata, non è chiaro quanto valgano oggi cavidotti e tralicci di Aem, ma la sostanza è più o meno la stessa, ossia la preoccupazione sulle modalità di vendita di una parte strategica del patrimonio cittadino, proprio cinque mesi prima della scadenza del mandato amministrativo.

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