Cronaca

Violenze fisiche e psicologiche
sulla madre. 43enne a processo

Botte, minacce e insulti all’anziana madre. Con l’accusa di maltrattamenti, il figlio, un 43enne italiano, mercoledì andrà a processo. Attualmente l’uomo, a cui era stato messo il braccialetto elettronico, è in carcere per aver violato il divieto di avvicinamento in quanto aveva cercato di introdursi  nell’appartamento dove vive la madre. L’imputato è assistito dall’avvocato Raffaella Parisi.

Terrorizzata, la vittima, che per paura del figlio si chiudeva in camera per mangiare e dormire, ha avuto il coraggio di denunciarlo. I maltrattamenti sarebbero durati tre anni.

 

Lui, disoccupato e con il vizio dell’alcol e della droga, dieci anni fa aveva già colpito la madre in testa con un posacenere. Ma lei per paura non lo aveva denunciato. Finita al pronto soccorso, aveva detto di essere caduta in bagno.

Dallo scorso settembre, però, le violenze fisiche e psicologiche si sono fatte sempre più frequenti, con offese e liti: “Fai schifo”, “Ti ammazzo, ti uccido”, le diceva il figlio, che contro di lei alzava le mani dandole schiaffi, calci e spintoni. L’uomo controllava anche il suo telefono e i suoi spostamenti, tanto che la donna per disperazione era stata costretta a chiedere ospitalità altrove.

“Un grave quadro indiziario”, ha scritto il gip nell’ordinanza di aggravamento della misura cautelare, ritenendo il comportamento del 43enne “rivelatore della completa assenza di capacità di autocontrollo”.

Lo scorso 19 dicembre, dopo l’ennesima lite, lui le aveva dato un ceffone così forte da farla cadere all’indietro, facendole sbattere la testa contro la parete.

Dieci giorni dopo al 43enne è stata applicata la misura di allontanamento dalla casa familiare con il divieto di avvicinarsi alla madre. Gli è stato messo il braccialetto elettronico, ma il 10 gennaio scorso l’uomo ha tentato di entrare nell’abitazione dell’anziana madre.

A notarlo è stata una vicina che ha avvisato la polizia, ma all’arrivo delle forze dell’orine l’uomo si era già dileguato. Il giorno dopo ci ha riprovato, ma questa volta è stato sorpreso dagli agenti che lo hanno fermato. Per lui, come disposto dal gip, si sono aperte le porte del carcere.

Sara Pizzorni

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