Peste suina, cresce allarme: nuovi
casi nel Pavese e nel Piacentino
Continua a far paura la Peste suina africana, a fronte di una situazione che si sta diffondendo sempre più. Nei giorni scorsi altri cinque cinghiali infetti sono stati rinvenuti nel Pavese, mentre nel vicino territorio piacentino sono 16 i casi ad oggi accertati, dopo gli ultimi ritrovamenti. Nel Cremonese finora sono stati controllati 21 cinghiali trovati morti, risultati fortunatamente tutti negativi, e 792 suini, anch’essi senza riscontrare il virus.
A fare il punto, in Commissione agricoltura della Camera, è stato il Commissario straordinario nominato per gestire la situazione. Durante un’audizione in Parlamento, nella giornata del 16 gennaio, ha evidenziato ancora una volta l’importanza delle misure di contenimento, a partire dal piano di cattura 2023-2028. A questo proposito, è in fase di definizione un protocollo per l’acquisizione dei dati relativi alle catture sul territorio nazionale, in modo da valutare come stanno andando i piani provinciali. Nel mentre, continua il lavoro con le nuove trappole introdotte negli ultimi mesi per riuscire a neutralizzare grandi gruppi di cinghiali.
Il commissario ha altresì evidenziato alcune problematiche emergenti, tra cui l’accertamento, a partire dall’Asl di Napoli, di 11 positività alla Psa in 22 campioni di barrette con prodotti disidratati dichiarati vegetali ma contenenti carne suina, evidenziando il rischio che proprio i residui di questi alimenti, sottoforma di rifiuti, abbiano trasmesso ai cinghiali il virus della Peste Suina.
A questo proposito è intervenuto anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, secondo cui quanto sta emergendo è gravissimo. “L’Italia – ha detto Beduschi – non può più accettare mancanza di reciprocità su ogni cosa, a partire dai controlli su merci in arrivo da Paesi non trasparenti e per fortuna oggi c’è una politica diversa che ha coraggio di cercare e denunciare questi fatti. Mentre il cibo italiano e lombardo è il più controllato d’Europa e sottoposto a regole rigidissime, in ogni ambito importiamo merci prodotte senza analoghe attenzioni”.
“Le istituzioni – ha concluso Beduschi – hanno il dovere di supportare gli allevatori sia con la prevenzione sia ristorando i danni dovuti a blocchi e fermi commerciali e nelle prossime settimane ne daremo prova attivando le procedure per indennizzare le aziende pavesi con i fondi messi a disposizione dal Masaf. Ma se c’è chi aggredisce i nostri mercati non rispettando le regole tutti i nostri sforzi saranno vani”.