Lettere

Quella fontana ai Giardini Pubblici di Piazza Roma

da Matteo Tomasoni

Gentile Direttore,

a commento di una vecchia fotografia (dell’amico Mino Boiocchi che ringrazio) dei giardini pubblici, un amico mi ha scritto:

“Le Naiadi sono frutto della mano di Giovanni Seleroni, lo stesso autore dell’Angelone all’incrocio antistante l’antico impianto crematorio. Entrambe due belle opere scultoree. Che Cremona non valorizza più.
La fotografia in oggetto
Né al cimitero né al giardino pubblico. La fotografia, secondo me, è della fine anni ’60. Lo deduco dal calessino con pony che insieme ai gelati e alle castagne era gestito dalla molto apprezzata famiglia Brustolon.
Che chiuse i battenti negli anni ’80.
Le Naiadi erano, secondo la mitologia greca, divinità delle acque e, pertanto avere “spento” le graziose fontanelle che adornavamo la relativa statua del Seleroni, mortifica significativamente la piena comprensione dell’opera.
Negli ultimi trent’anni hanno avuto un funzionamento intermittente fino al blocco attuale.
Di certo ricordo che funzionavano a metà anni 60. Non c’era più il pony ma era subentrato il trenino.
Eh un altro mondo, un’altra città.”
Un altro amico mi scrive:
“La cancellata (anti vandali) attorno alle Naiadi è quanto di più disarmonico che ci sia e non lega in modo assoluto con l’armonia dell’aiuola e dell’opera d’arte del Seleroni, anzi la penalizza in modo evidente. Sarebbe interessante sapere da chi è partita questa soluzione esteticamente banale. Si guardi com’era la fontana negli anni ’60. Allora il gusto estetico era rilevante.”
A queste osservazioni di buon senso si aggiungano la dichiarazione dell’assessore Zanacchi: “Stiamo verificando la situazione perché al nostro proposito di ripristinare anche il flusso d’acqua si opporrebbe un documento, un po’ datato (ancora prima del primo mandato Galimberti), che vincolerebbe a non riaccendere la statua per preservare l’integrità della statua”. Dunque abbiamo l’infausta ipotesi di avere le ninfe delle acque al secco e senza zampilli e la colonia dei topi formatasi alle montagnole da anni pericolanti e bisognose di manutenzione straordinaria.
Insomma un bel guazzabuglio nei giardini pubblici in pieno centro città.

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