Stupro di gruppo Palermo, la ragazza: “Non ce la faccio più”
(Adnkronos) – “Ma chi me lo fa fare di passare tutto questo? Mi fate schifo. Non ce la faccio più. Pensate che sia bello stare l’estate chiusa in comunità, mentre tutti sono al mare?”. E’ l’amaro sfogo della ragazza palermitana che nel luglio del 2023 ha denunciato sette giovani per stupro di gruppo. La violenza sarebbe avvenuta in un cantiere del Foro Italico. I ragazzi, tutti arrestati e ancora in carcere, si sono sempre difesi dicendo che la ragazza fosse “consenziente”. Lei ha detto fin dal primo istante di essere stata stuprata. La giovane se la prende anche con la stampa per la pubblicazione dei verbali depositati dalle difese dei sette giovani. Uno dei ragazzi era ancora minorenne la sera del presunto stupro di gruppo ed ha compiuto 18 anni pochi giorni dopo. In carcere ci sono Angelo Flores, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Samuele La Grassa ed Elio Arnao. “Qualcuno mi spiega la motivazione di scrivere porcate sui giornali, cose mai dette e mai fatte, mai viste? – dice la ragazza – Se volete farmi apparire come pu…na di turno ci state riuscendo, contenti voi, contenti tutti. Dopo che passo ore di processi in cui viene dichiarato il contrario di ciò che viene scritto?”.
Lunedì mattina si è tenuta l’udienza preliminare davanti al Tribunale dei minori di Palermo, rinviata al prossimi 23 gennaio. E molti degli atti delle difese sono state depositate al gip. “Pensate che non dormire per mesi la notte sia stato bello, vero? – dice ancora la giovane – Vi auguro di passare ciò che sto passando io. Io non sono uno scoop, sono un essere umano”.
“Spero che chi si voglia vendicare su di me lo faccia un giorno di questi finalmente, anzi vi prego fatelo. Perché non riesco da sola. Ci ho provato, ma qualcosa mi lega alla vita, nonostante tutto. Però ho paura di non sapere come uscire da tutto questo. Non la voglio una vita tormentata. Non potere girare più per la mia città. Grazie a voi mi sono tornati gli attacchi di panico”.
Le difese degli imputati hanno depositato nei giorni scorsi testimonianze, video e dialoghi che smentirebbero la versione della vittima diciannovenne. Secondo i ragazzi sarebbe stata lei a volere appartarsi con tutto il gruppo nel cantiere abbandonato dopo una serata trascorsa a bere alla Vucciria. La Procura per i minorenni ha chiesto un termine per analizzare il materiale. Agli atti dell’inchiesta ci sono anche alcune chat dei ragazzi. Com quella del giovane che a luglio era ancora minorenne. “Compà l’ammazzammu… ti giuro a me matri l’ammazzammu… ti giuro a me sviniu… sviniu chiossà di na vota… minchia sette… u vo capiri manco a canuscevo io compà… ficimu un macello n’addivirtemu”, ha detto in un vocale audio. La violenza sarebbe anche stata ripresa da uno dei giovani. E si sente lei gridare: Basta”. “Però così è brutto”, dice uno dei ragazzi. “Troppo forte, invece”, rispondeva l’altro.
Intanto, tra gli atti depositati c’è anche la testimonianza dell’amica che quella sera di luglio era con lei, alla Vucciria. “Ci siamo sentite il giorno dopo, mi ha chiamata e mi ha raccontato dell’episodio. Non ha mai parlato di stupri ed anzi mi ha detto che era consenziente. Io infatti giorni dopo le ho chiesto perché andasse in giro a raccontare di questo fatto dicendo che non era consenziente, quando invece a me aveva detto di esserlo stata”, ha detto alle difese. E la vittima oggi replica: “Io non ho nulla contro di lei e lei nulla contro di me, basta marciarci sopra. Eravamo nervose tra noi e lei aveva un po’ degenerato la situazione”. E annuncia anche di volere querelare il titolare di una focacceria che, sentito dalle difese ha detto: “Le ho chiesto cosa fosse successo, lei mi ha detto che era stata con 7 ragazzi ed era stato bellissimo, l’ha detto ridendo”. Si tratta del titolare di una friggitoria in cui da qualche settimana lavorava il fidanzato della ragazza. E’ sempre lui a dire che “ogni sera”, ci sarebbe stato “lo stesso teatrino”, perché la vittima si sarebbe presentata nel locale e avrebbe riferito “di essere stata violentata, di essere stata circondata da ragazzi, di essere stata spinta a compiere atti sessuali” e che “la situazione era diventata assurda”, “imbarazzante”, “ridicola e ai nostri occhi non era più credibile”. “Sto procedendo tramite i miei legali – dice lei oggi – mi fa ridere perché si venderebbero pure la madre certe persone per i soldi”. (di Elvira Terranova)