Cronaca

Delitto Senatore: "Clima di atti di
intimidazione e giustizia fai da te"

“Rimane sbalorditivo come questo scontro fosse preannunciato da giorni, come un numero considerevole di persone ne fosse a conoscenza, e di come tutte queste persone, anche vicine alle stesse vittime, non abbiano fatto nulla per impedirlo. Emerge un preoccupante modus vivendi di persone, anche femminili, improntato al rispetto delle regole della strada, di riconoscimento di status basati esclusivamente sulla forza fisica e sulla violenza, e al clima di intimidazione che determinano le loro relative sfere di azione”.

I legali della difesa Beber e Soldi

Questi alcuni stralci delle 21 pagine di motivazione della sentenza di condanna a 20 anni inflitta il 9 ottobre scorso  dal giudice Pierpaolo Beluzzi nei confronti di Mauro Mutigli, 39 anni, l’operaio di Castelleone che la sera del 10 agosto del 2022 davanti al bar Meteora di Castelleone, dopo una lite accoltellò, uccidendolo, il 40enne Giovanni Senatore, così come tentò di uccidere Alessandro Ferrari, l’amico della vittima che era intervenuto per fermare la colluttazione, finendo in ospedale con quattro coltellate.

Indicativa del clima in cui si è consumato l’omicidio, una frase pronunciata dallo stesso Senatore, che aveva definito “infami” coloro che si rivolgono ai carabinieri. “Gli uomini si fanno giustizia da soli, qua, nel paese, e così difendono il proprio onore”.

“Delitti”, scrive il giudice, che si inseriscono “in un ambiente del tutto incredibilmente compromesso all’interno della comunità di Castellone” dove emerge come “un gruppo considerevole di soggetti fosse collegato da regole di comportamento impostate sul rispetto determinato dalla capacità di esercitare e porre in essere atti di violenza che avevano quale naturale epilogo la definizione degli eventuali contrasti attraverso lo scontro fisico tra le parti”.

Senatore e Mutigli si erano già trovati faccia a faccia nel 2016 al bar Cactus di Castelleone. Mutigli aveva offeso alcune persone, tra cui Cristian, un amico di Senatore, e in quell’occasione quest’ultimo era intervenuto per “regolare il Mutigli”. Tornato in paese dopo un periodo di allontanamento, Mutigli aveva sentito voci sulla sua ex compagna, madre dei suoi figli, la quale, pur essendo fidanzata con un uomo di  suo gradimento, usciva con Alessandro Ferrari. E Mutigli non era d’accordo. Così lo aveva affrontato.

Gli avvocati Tacchinardi e Sinelli

Il primo agosto del 2022 ad una grigliata organizzata da Cristian era stato invitato anche Mutigli. Dopo quanto accaduto nel 2016 al bar Cactus, Senatore si era sentito tradito dall’amico che anni prima aveva difeso.

Dopo la grigliata, scrive il giudice, “la questione tra Ferrari e Mutigli diventa una questione di rilevanza di gruppo, dove si registrano gli spostamenti negli schieramenti. Ferrari sembra spalleggiato solo dal Senatore, mentre gli altri addirittura intervengono per lasciare che sia un regolamento solo fra Ferrari e Mutigli. Senatore non poteva a sua volta consentire di apparire debole agli occhi di quella comunità che frequentava in Castelleone e comunque nonostante gli interventi di altri amici per farsi da parte, offre il proprio appoggio a Ferrari e si schiera al suo fianco per imporre al Mutigli l’obbligo di allontanarsi, nuovamente, dal paese, avendo combinato troppi casini. In questo crescendo di aspettative di scontro, risulta oltremodo inconcepibile l’idea di rivolgersi alle forze dell’ordine”.

Il 5 agosto c’è ancora uno scontro a distanza tra Mutigli, Ferrari e Senatore. Mutigli ha un coltello. “Agisce per affermare il proprio ruolo di primo piano e la reputazione di duro, per non sottostare all’imposizione di un ennesimo allontanamento dal paese”.

Si arriva al giorno dell’omicidio, con la lite tra Mutigli e Senatore, Mutigli che esce e che va a recuperare il coltello sotto il sedile del monopattino con il quale poi accoltella il rivale. Ferrari va in soccorso dell’amico, ma viene ferito a sua volta.

Il movente del delitto, secondo il giudice, si inserisce nei “regolamenti di conti all’interno degli schieramenti di forza”.

Nel processo, celebrato con il rito abbreviato, Mutigli era assistito dagli avvocati Consuelo Beber e Marco Soldi, mentre il legale Mario Tacchinardi rappresentava le parti civili: come risarcimento, il giudice ha disposto una provvisionale di 40.000 euro ciascuno per i genitori di Senatore, papà Francesco e mamma Emilia, e una provvisionale di 20.000 euro a testa per le due sorelle Sonia e Barbara e per il fratello Gaetano. Parte civile era anche Alessandro Ferrari, rappresentato dall’avvocato Michela Sinelli. A lui, una provvisionale di 9.000 euro. Il resto sarà da liquidarsi in un separato giudizio civile.

Sara Pizzorni

Da sinistra Mutigli, il bar teatro dell’omicidio e Senatore

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