Tamoil, c'è l'accordo. Risarcimento
totale di 2 milioni e 400.000 euro
Oggi è stato firmato l'accordo davanti al giudice per il risarcimento
di un milione e 400.000 che si va ad aggiungere alla provvisionale
di un milione di euro già disposta in sede penale
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Si è chiusa oggi davanti al giudice Daniele Moro, con un accordo tra le parti, la causa civile intentata dal Comune di Cremona contro Tamoil per ottenere l’integrale risarcimento di tutti i danni per il disastro ambientale causato dalla raffineria. In tarda mattinata il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti ha firmato un accordo che prevede un risarcimento di un milione e 400.000 euro, così come era stato proposto dal giudice. La firma è avvenuta in tribunale alla presenza delle parti in causa. Il Comune, che in origine aveva chiesto un risarcimento di 40 milioni di euro, era rappresentato dall’avvocato Alessio Romanelli.
Il risarcimento complessivo, considerando la provvisionale di un milione di euro disposta in sede penale, è di due milioni e 400.000 euro da destinare a progetti di riqualificazione ambientale sulla città.
In giudizio, attraverso l’avvocato Ilaria Maspes, dello studio associato Gianni & Origoni di Milano, si erano costituiti Tamoil Raffinazione, Tamoil Italia e il manager Enrico Gilberti, in sede penale condannato in via definitiva a tre anni di reclusione per disastro ambientale colposo aggravato. Oggi per Tamoil erano presenti gli avvocati Roberto Alquati per Tamoil Raffinazione e Davide Venturino per Tamoil Italia. Per il Comune di Cremona, il sindaco Gianluca Galimberti e gli avvocati Alessio Romanelli ed Enrico Cistriani.
Tamoil si era costituita in giudizio contestando la rilevanza del disastro, definendolo “contenuto”. Per i legali della raffineria cremonese, poi, non c’era il danno di immagine per la città.
Nella documentazione del Comune, un carteggio di 160 pagine, l’avvocato Romanelli aveva citato una serie di sentenze su alcuni dei disastri ambientali italiani più rilevanti, come il Vajont, quello di Porto Marghera e quello di Seveso, richiamando anche per Tamoil i principi su cui si sono basati quei procedimenti giudiziari. Per la controparte, casi che nulla hanno a che vedere con quanto accaduto a Cremona.
I danni chiesti dal Comune erano riferiti sia al profilo patrimoniale, a partire dalle spese sostenute per affrontare il problema dal punto di vista amministrativo, che a quello non patrimoniale, relativo al danno all’immagine della città e dell’ente pubblico e al danno all’identità storica, culturale e politica della città.
Sul fronte penale, la parola fine era stata scritta il 25 settembre del 2018 dalla Corte di Cassazione, che aveva confermato in via definitiva la sentenza emessa il 20 giugno del 2016 dalla Corte d’Assise d’Appello di Brescia con la condanna a tre anni per Gilberti.
Confermati, per le parti civili, i risarcimenti decisi in primo grado nel 2014 dal giudice Guido Salvini, compreso il milione di euro a titolo di provvisionale per il Comune. Se in primo grado il Comune era rappresentato dal cittadino Gino Ruggeri, negli altri due gradi di giudizio è stata la stessa amministrazione a chiedere i danni.
“Questo risultato di grande rilievo”, si legge in una nota del Comune, “conferma la correttezza del percorso che l’Amministrazione ha intrapreso a partire dal 2015, innanzitutto con la scelta di sostituire il cittadino Gino Ruggeri nella causa penale e quindi con la decisione di avviare la causa civile, conclusasi oggi. Questa causa ha visto riconosciuto definitivamente il danno che la città ha subito, così come è stato riconosciuto il serio, costante e grande lavoro che dall’inizio di questa vicenda è stato portato avanti anche da tutti i tecnici del Comune di Cremona. Il Comune ha fatto propria la proposta conciliativa del giudice e la transazione, che implica la rinuncia ad ogni altra pretesa riconducibile solo al procedimento civile in oggetto e che consente di avere ora la possibilità di investire per la città una somma di molto superiore a quella già ottenuta all’esito del procedimento penale.
Pertanto, una volta accertato definitivamente il tutto, verrà prontamente convocata la commissione prevista dalla Delibera di Consiglio Comunale del 10 aprile 2019, nella quale si vincolava l’importo della provvisionale ad opere di tipo ambientale. La giunta, insieme alla sua maggioranza, pensa che sia importante usare parte rilevante di questi fondi per restituire zone della città antropizzate a verde pubblico, in forme diverse, alberature, boschi, prati armati, in modo che l’investimento sul verde continui e si rafforzi. E altrettanto ritiene che si debba insistere su investimenti relativi al fotovoltaico, per avere sempre più energia pulita in città e contribuire a rendere sempre più Cremona autonoma energeticamente.
Queste scelte, che saranno proposte alla succitata commissione del Consiglio Comunale, nascono dalla consapevolezza che occorre continuare e rafforzare l’attenzione all’ambiente sviluppata in questi anni. Molti, infatti, sono i progetti ambientali che l’Amministrazione ha avviato, tra cui il Piano del Verde, le piantumazioni in varie aree della città, i progetti di de-impermeabilizzazione di aree asfaltate e la valorizzazione dei parchi urbani, sovracomunali e dei boschi fino all’avvio di investimenti importati nel fotovoltaico con la società controllata AEM Cremona Spa. Si tratta di progetti strategici, sui quali è necessario continuare negli investimenti per il miglioramento della qualità ambientale della città. Grazie a queste risorse sarà possibile quindi proseguire con più forza su questa strada, nell’assoluta consapevolezza che occorrerà, anche nei prossimi anni, una costante attenzione su questi temi”.
“Molte sono state le questioni, anche storiche”, conclude il Comune nella nota, “che in questi anni l’Amministrazione ha affrontato e risolto o avviato a risoluzione secondo una visione di sviluppo. Questo risultato della causa civile a Tamoil è un ulteriore, importante risultato, che si lega alla costante attenzione che sul comparto, insieme agli enti preposti, è mantenuta in termini di controllo della situazione ambientale, peraltro fortemente migliorata negli anni”.
Sara Pizzorni