Cultura

In biblioteca presentazione
ultimo studio di Fabrizio Loffi

Sabato 16 dicembre alle 10.30 nella Sala Conferenze “Virginia Carini Dainotti” della Biblioteca Statale di Cremona verrà presentato il volume n. 64 degli “Annali della Biblioteca Statale e Libreria Civica di Cremona”. La storica collana a cura della Biblioteca quest’anno è rappresentata da un volume monografico: Erbe e alambicchi in convento. Un ricettario farmaceutico cremonese del XVII secolo, uno studio di Fabrizio Loffi basato sul nostro patrimonio bibliografico, il ms. civ. AA.5.35, con una prefazione a cura di Alberto Leggeri.

Interverranno alla presentazione l’Autore, Fabrizio Loffi, Alberto leggeri e Maria Cristina Bertonazzi.

Il Ricettario farmaceutico ad uso del padre Marco da Cremona sacerdote cappuccino è un manoscritto cartaceo rilegato in pergamena, appartenente alla collezione del medico Francesco Robolotti e conservato nel reparto manoscritti della Biblioteca. Si tratta di un incredibile quanto affascinante strumento didattico ed esplorativo dell’arte speziale-farmaceutica. All’epoca della stesura, databile fra il 1641 e il 1657, la tecnica farmaceutica era influenzata da un lato dal sapere ereditato dalla conoscenza delle erbe e dall’altro dalla tradizione medica araba mutuata dai copisti medievali. Proprio per questa dicotomia tra sapere medico e conoscenze erboristiche, il ricettario rappresenta una cartina torna sole di quella che era la conoscenza in ambito farmaceutico e non solo, dell’uso che si faceva delle erbe e della possibilità che si aveva di esplorare attraverso l’uso di risorse semplici quanto efficaci.

Quello che fra Marco da Cremona ci consegna è un manuale per curare attraverso erbe e medicamenti patologie che erano diffuse in quell’epoca. Vengono infatti descritte con minuzia ricette farmaceutiche, dosaggi ed utilizzo di erbe officinali.

Ad oggi sarebbe dannoso replicare le stesse ricette ed usare le stesse erbe, proprio perché i dosaggi e le stesse erbe officinali contengono principi attivi in concentrazioni diverse dalle attuali.

Il prontuario di ricette di fra Marco rappresenta un ottimo documento per capire quali fossero le patologie più diffuse, il modo utilizzato per curarle e scoprirne le cause.

Per conservarne la freschezza dell’esposizione, si è preferito mantenere il testo nella stesura originale, evitando la trascrizione dei termini in lingua italiana essendo comprensibili e facilmente deducibili nel contesto del testo stesso.

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