Diffamò amministratore di
sostegno della madre. A processo
E’ accusato di diffamazione, Vittorio Dotti, 59 anni, appassionato di fotografie e di scrittura, finito a processo per aver offeso la reputazione di Chiara Barcellesi, oggi avvocato, che era stata nominata amministratore di sostegno di sua madre. Dal 14 al 28 dicembre del 2020 l’uomo aveva inviato diverse mail dal contenuto offensivo e denigratorio a diversi soggetti, come la direzione generale di Ats Valpadana, alcuni medici e testate giornalistiche, offendendo la reputazione della vittima, all’epoca laureata in Giurisprudenza, sia come persona che come professionista.
L’imputato è anche accusato di minacce. Aveva inviato alla donna mail nelle quali aveva minacciato di metterla alla berlina con la stampa e che l’avrebbe sottoposta a pubblica infamia, inviandole anche foto raffiguranti bambole spogliate, mutilate, infilzate con forchette e attaccate al filo spinato, nonchè un teschio. Foto con l’augurio “sempre che a te, a Dio piacendo, non venga un fortunoso colpo già prima”.
Contro l’imputato, la Barcellesi si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Sara Ferrara di Piacenza.
Ad inizio di udienza, Dotti ha revocato il mandato al suo avvocato Mario Tacchinardi, il quale a sua volta ha rinunciato al mandato. E’ così subentrato l’avvocato Alessandro Zontini. Dopo un richiamo da parte del giudice, che ha minacciato di far uscire dall’aula l’imputato per i suoi continui interventi, il processo è iniziato con la testimonianza dell’avvocato Barcellesi.
Una volta assunto l’incarico di amministratore di sostegno della madre dell’imputato, la professionista aveva rilevato “una forte conflittualità all’interno del nucleo familiare causata dai comportamenti autoritari posti in essere dall’imputato nei confronti di tutte le persone coinvolte nell’assistenza e nella cura della madre, ai quali impartiva discutibili direttive, anche sul piano medico terapeutico”.
Nel mese di novembre-dicembre 2020 l’anziana madre di Dotti era risultata positiva al Covid, e di conseguenza si era attivato l’iter sanitario: c’era stato l’intervento dell’Usca e i tamponi naso faringei effettuati alla donna, ma l’imputato si era opposto, e da lì era iniziato il sistematico inoltro di mail diffamatorie e di post su Facebook ai danni dell’amministratore di sostegno.
Tra i destinatari delle mail c’erano anche il medico di famiglia Giuseppe La Sala, il medico Attilio Calza, e Franco Spinogatti, all’epoca primario di Psichiatria all’ospedale. Oggi tutti e tre sono stati chiamati a testimoniare. “Dotti è stato un mio paziente fino al 2021”, ha raccontato La Sala, “poi sono stato costretto a ricusarlo per le continue mail che mi arrivavano. Le mail sull’amministratore di sostegno erano molto offensive, ma ce l’aveva anche con me. Sosteneva che non sapessi fare il mio lavoro e che mi fossi comprato la laurea”. “Sì, quelle mail le ho ricevute”, ha confermato Calza. “Ma non ho dato importanza e le ho cestinate”. “Di mail da Dotti ne ho ricevute tantissime”, ha detto a sua volta Spinogatti.
Altri testimoni del pm saranno sentiti il prossimo 29 maggio. Quel giorno l’imputato si difenderà.
Sara Pizzorni